mercoledì, dicembre 05, 2007

Salari

Sarebbe bastato vederlo qualche sera fa a 8 ½. Se la folla scesa in piazza con la bava alla bocca per cacciare Prodi, incurante del mio voto e di qualche altro milione di persone, avesse ascoltato quelle poche parole allora forse avrebbero capito. Già perchè le poche parole pronunciate poco prima di chiudere la trasmissione avrebbero aperto gli occhi non solo sulle idee di Super Silvio ma su un modo di fare imprenditoria che coinvolge un po’ tutto il capitalismo italiano.

Berlusconi spiegava che i problemi dell’Italia risiedono nella mancanza di competitività. La debolezza del sistema è individuabile nei nostri salari. Troppo alti rispetto a quelli del vicino est Europa, dell’area balcanica e dell’Impero di Cindia (Cina e India).

Quindi vorrei chiedere al nostro ex premier, cosa dovremmo fare? Comprimere i nostri salari sul livello di quelli romeni? Dovremmo vivere come vivono gli operarti che a Shangai costruiscono grattacieli o come gli operai che muoiono come mosche nel Quandong?

E poi, vorrei chiedere, chi consumerà più nel nostro Paese quando i salari garantiranno la mera sussistenza?

Alla base di questi ragionamenti sui salari, che sono tra i piu’ bassi dell’Area Euro, c’è tutta una mentalità imprenditoriale tutta di casa nostra.

Le leve con cui competere sui mercati globali non sono qualità, innovazione, flessibilità, ricerca e via dicendo ma salari e tasse.

Meno salari e meno tasse uguale piu’ profitti. Perchè alla fine quello che conta è quello. Tutti parlano di Made in Italy, di qualità, di innovazione, di distretti industriali virtuosi ma poi, come ha mostrato Report domenica ma come già aveva scritto Saviano in Gomorra, costringono operai in nero nei sottoscala a fare borse che pagano 25 euro e che vengono rivendute a 400.

I 375 euro di differenza di prezzo a chi vanno? Non si potrebbe in minima parte destinarne parte a chi fa materialmente le borse per consentirgli di avere quel minimo di garanzie dovute ad un lavoratore? Si potrebbe garantire a queste persone di avere una minima pensione quando finiranno di lavorare? Su chi ricade e ricadrà il costo sociale di questi lavoratori?

Gli imprenditori cianciano di dollaro debole ma verrebbe da chiedere. Con che valuta pagano quello che importano dalla Cina? Con cosa pagano i lavoratori/schiavi che nei distretti industriali cinesi fabbricano televisori, computer, cellulari e via dicendo? In dollari...

Vogliamo dunque credere che le esportazioni sono tutte verso l’area dollaro? Non esportiamo in Francia, Germania, Spagna, Grecia o Uk e via dicendo dove del cambio euro Dollaro ce ne sbattiamo? Ed anzi il minor costo della merce che compriamo in dollari non consente maggiori profitti per chi poi rivende in euro?

Eppure per gli imprenditori il dramma è il dollaro forte. Soluzione: detassiamo, defiscalizziamo, riduciamo i salari, aumentiamo la flessibilità...

I bilanci delle grosse aziende sono tutti floridi. Il gas aumenta, il petrolio aumenta ma i bilanci delle società che importano e distribuiscono energie non conoscono flessione, anzi. Cosa significa? Significa che i guadagni aumentano perchè anche i prezzi al rubinetto aumentano in maniera piu’ che proporzionale al costo pagato al giacimento.

Il capitale investito rende, in proporzione, piu’ di quanto rende il lavoro impiegato. Perchè? Perchè i 375 euro della borsa fatta a Napoli finiscono al portatore del capitale e non alla manodopera che in giro per il mondo ha fabbricato la borsetta?

Insomma spesso ho l’impressione che dietro le menate sui salari, sul dollaro, sulle tasse, sulla competitività, sul Made in Italy ci siano i soliti interessi personali di pochi.

Guglilemo
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