lunedì, dicembre 03, 2007

La ricotta

Qualche giorno fa mi trovavo in un supermercato vicino casa. Al banco dei salumi un cartellino festante mi invitava, nell’ambito della settimana dedicata ai prodotti della Sicilia, al consumo di una porzione di ricotta.

La ricotta, venduta a qualcosina meno dell’oro per oncia sulla borsa di Honk Kong, veniva dalla Sicilia in aereo. Guardandomi intorno ho dunque notato dei carrelli, di quelli che appunto si usano per gli alimentari sugli aerei, da cui gli addetti traevano delizie della Trinacria.

In un’epoca dove si tolgono le lucine di “stand by” dai lettori Dvd per evitare inutili consumi, ha senso far arrivare, in una regione sommersa da decine di tipi di formaggi, la ricotta per via aerea?

Quanto inquinamento ha prodotto quella ricotta per giungere sulla tavola di qualche fine palato milanese? Una buona ricotta fresca lombarda forse non avrà il retrogusto di quella sicula (sempre, come in realtà credo, che non si tratti di una ricotta industriale...) ma sicuramente l’impatto in termini di costi per l’ambiente sarà sicuramente ridotto.

Cercando quindi di sensibilizzare l’opinione pubblica ho detto, a beneficio dei presenti in fila per alla gastronomia,: “Ma vi pare che la ricotta debba venire dalla Sicilia in aereo? Si parla di effetto serra e poi si compra ricotta che inquina come un Suv...”.

La signora al mio fianco si è subito allontana da me temendo, in una imminente carica dei celerini, di essere scambiata insieme a me per una black block.

“Le pare signora?” le ho detto con sguardo comprensivo da Siddartha.
“Io queste cose non lo so...” ha detto spaventata.
“Non c’è molto da sapere signora. Quella ricotta (che intanto andava a ruba nemmeno fosse gratis) è arrivata su un aereo!”
Ormai terrorizzata si è allontana da me accaparrandosi una confezione di ricotta.

La mia battaglia non ha dunque sortito effetti. Sono Pronto per una nuova campagna: la luce nei bagni.

Nella struttura dove lavoro vi sono diversi bagni ed ognuno ha, come ovvio, una sua luce. Questa resta accesa tutta il giorno anche quando al bagno non c’è nessuno. Che risparmio avrebbe l’azienda e l’ambiente se ogni volta, finito di usare il bagno, si spegnesse la luce?

E’ iniziata una nuova, dura, battaglia.

A volte però basta modificare un comportamento, anche banale, per avere risultati interessanti.

Gughi

3 Comments:

Blogger Tecnologo ha sostenuto

se la ricotta ha ballato come ho ballato io oggi da milano alla germania, comprala perchè sarà migliore....

7:01 PM  
Blogger Guglielmo il Maresciallo ha sostenuto

Anche tu inquini! Cosa vai a fare in germania che tu non possa fare dal tuo ufficio?

7:14 PM  
Blogger fracanappa ha sostenuto

Nel mio condominio abbiamo effettuato uno studio serio sui consumi ed abbiamo scoperto che consumiamo meno se si tengono le luci delle scale sempre accese piuttosto che l'utilizzo del timer.
Molti studi, villipesi, provano che si impatta meno sull'ambiente utilizzando la carta come combustibile anziché riciclarla.
Nei bagni degli uffici il consumo di elettricità dovuto al mancato utilizzo degli interruttori è più che compensato dal risparmi idrico per il mancato uso degli scaicquoni

5:16 PM  

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