venerdì, dicembre 07, 2007

Beaufort

Beaufort è un castello crociato nel sud del Libano. Dai tempi della Bibbia, sulla collina sui cui sorge, gli uomini combattono e muoiono. Beaufort, posizionato a 700 metri di altezza, è in una posizione strategica per il controllo dell’area sul confine tra Libano, Israele e Siria.

Dal 1982 al 2000 Tshal , l’esercito di Israele, ha occupato l’altura con una base costruita nei pressi della fortezza. Erez è un soldato. Un ragazzo di poco piu’ di 20 anni al comando di una compagnia di ragazzi. Interrati nel bunker che sovrasta le vallate sottostanti difendono il confine nord di Isralele dagli attacchi di Hezbollah. Ma la guerra che Erez e i suoi uomini combattono non è una guerra di movimento. Non è una guerra di bandiere che garriscono al vento e di carri che sfrecciano nel deserto rovente. Non è una guerra fatta di ritorni gloriosi in patria o di azioni eroiche. E’ una guerra di trincea. Gli uomini si logorano sotto il fuco dei mortai e dei katiuscia che la notte non danno tregua. Si vive nella paura di morire o, forse peggio, di perdere un braccio, una gamba o un occhio. A pochi chilometri da dove la differenza tra la vita e la morte la fa dove si è posato il piede nel mezzo della boscaglia che circonda la base, la gente beve cappuccini, prende il sole, fa l’amore, fa shopping in centri commerciali e non vuole sapere, non vuole ascoltare, di come si vive e si muore oltre confine con il Libano.

Dopo qualche settimana si torna alla vita civile come se quei giorni trascorsi in guerra fossero solo un’allucinazione. Ma la vita, gli amori, il futuro, tutto perde sapore. Si diluisce nell’odore del sangue, del sudore, del gasolio, della polvere da sparo, della morte che a Beaufort penetra nella carne. Una settimana e si torna alla fortezza. Varcando il confine tra Libano ed Israele si torna in trincea. La routine, la paura, la stanchezza e l’assurdità della vita militare (che chiunque ha assaporato anche per poche settimane la vita militare conosce) si superano solo con l’aiuto degli amici. Dei soldati fratello con cui tutto si condivide. E quando questi fratelli finiscono il servizio di leva è come se li si perdesse per sempre. Per purificarsi dalla guerra partono alla volta del Sud America per stordirsi di sesso, droga ed alcool cercando di dimenticare. Erez precipita giorno dopo giorno in un abisso che lo spinge a recidere ogni legame con la vita reale per dedicarsi al combattimento scoprendo che ciò per cui combatte non è la sua patria ma l’amore per la guerra e per quella guerra.

“Tredici soldati”, di Ron Leshem, parla di tutto questo. E’ un libro sulla guerra che Israele combatte per la sopravvivenza e del prezzo che tutta la società israeliana paga per questo: la sua gioventù e la sua innocenza.

E’ un libro duro pieno di spunti di riflessione. Una testimonianza di cosa diviene un uomo in guerra e di come smarrisce il senso della realtà. Un libro su Israele e sulla sua società.

"Benvenuti a Beaufort. Se esiste il paradiso, il panorama è questo, se esiste l'inferno, ci si vive così."

Il Maresciallo
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