giovedì, novembre 15, 2007

La mappa della memoria

Il locale è molto alto. Gli scaffali si fermano ad una trentina di centimetri dal soffitto. La striscia di parete che rimane scoperta lascia intuire che tutto il negozio sia dipinto di un rosso granata.

Nelle vetrinette, sugli scaffali, nei capaci cassetti di legno sono contenuti giochi da tavolo, macchinine, piste elettriche che farebbero la fortuna di un accanito venditore di E-Bay. Sono, in pratica, pezzi d’antiquariato. Le scatole, pulite e conservate perfettamente, sono coperte di foto e slogan degli anni 70/80. Macchinine della Bburago, piste Polistil, quaderni dalle righe spaziose ed il bordino rosso, carta da pacco, da regalo, giochi d’azzardo, compassi, goniometri, convertitori manuali, righelli da grossi numeri neri...

Dietro il bancone massiccio, con cristalli che mostrano penne Parker, si apre una porta. Nella luce calda si intravede il magazzino. Scaffali in metallo sembrano accogliere articoli di ogni genere.

E’ una cartoleria. Di quelle che vendevano giochi, quaderni e penne. Ma non è una cartoleria qualunque. E’ una di quelle dove il tempo sembra essersi fermato. Entrando, storditi dall’odore del legno e della carta, si torna bambini. Vien voglia di comprare china, carta spessa e righelli e tornare a casa a disegnare la pianta di una villa romana. O comprare una pista Polistil e tornare a casa a far sfrecciare una Renault completamente gialla ed una Ferrari abbondantemente minigonnata.

La cartoleria si trova in una via parallela a quella dove sono cresciuto. A poche centinaia di metri da dove vivo oggi. Nella mia geografia del cuore, in quel preciso punto, vive uno dei custodi del natale. All’ingresso, dopo Sant’Ambrogio, mettevano un Babbo Natale luminoso a grandezza naturale nel quale depositare le letterine.

Da un paio d’anni, per acquistare le letterine per Babbo Natale,vecchie Ferrari in metallo e Super Tele originali del Milan, io e Riccardo torniamo lì. Il titolare, del 1922, ci intrattiene parlando di calcio, di giochi in scatola dimenticati e giochi di carte per bambini. Lui infatti non vende solo il gioco: spiega il gioco, racconta le storia e l’andamento delle vendite. Alla fine si esce sapendo che si è pagato qualcosa in più ma vendo passato una ventina di minuti in un altro mondo. Un mondo di solida saggezza dove l’esperienza del negoziante è un’emanazione della robustezza delle vecchie macchinine Majorette, Bburago e MatchBox fatte in Italia, Francia ed Inghilterra.

Passando davanti a quella vetrina getto sempre uno sguardo. Quando arriva Natale, come accaduto ieri, tutta la mia famiglia si reca in pellegrinaggio a comprare la letterina di Natale o un libro sulla Natività. Sono sempre le stesse letterine ogni anno ed io fingo di stupirmi pur potendo descriverle una ad una anche nel cuore di agosto. Riccardo, con estrema attenzione, ne sceglie una per se ed una per Federico. Si stringe tra le mani la busta di carta sottile ed inizia a pregustare cosa scriverà in quella magica lettera capace di metterlo in contatto direttamente con Babbo Natale.

Non è detto che il magazzino contenga tutto quello che promette ed immagino. Non è detto che i cassetti contengano quaderni dalla copertina rigida e dai fogli rugosi pronti ad accogliere appunti di romanzi ancora da scrivere. Non è detto che su quegli scaffali si trovino giochi divertentissimi capaci di non stancare mai. Non è detto che il vecchietto dietro il bancone sia uno delle poche persone che ama davvero il lavoro che fa e che sia stato capace di mandare un regalo ad un bambino la cui lettera chiedeva perchè a lui Babbo Natale non avesse portato mai nulla. Non è detto che sia un uomo gentile ed onesto. Quello che conta è che per me, e per la mia famiglia, qual negozio sia tutto questo. Sia insomma, nella nostra mappa, un puntino luminoso.
Le emozioni che quel negozio provoca si sono stratificate nel tempo, sedimentandosi visita dopo visita, acquisto dopo acquisto.

Il 31 dicembre, dopo piu’ di 60 anni di attività, quel negozio chiuderà. Sarà dura rimpiazzarlo con altro. Ci vorrebbero almeno altri trentasei anni di acquisti.

Ogni giorno ci sono cose che perdiamo...


Guglielmo
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