lunedì, novembre 26, 2007

Il Pendolo

Sono alle ultime 30 pagine del “Pendolo di Focault”. Lo avevo letto quasi vent’anni fa trovandolo noioso e quasi illeggibile. Ora l’ho riletto alla luce di questi 20 anni di vita (forse bisognerebbe cercare di rileggere i libri che ci hanno colpito per scorgere nuove chiavi interpretative o semplicemente scoprirvi nuove emozioni).

Il Pendolo è un libro complesso e semplice. Semplice perchè la trama è, tutto sommato, lineare.

Complesso perchè rileggere la Storia alla luce del Piano e raccogliere fatti e personaggi lontani centinaia di anni tra loro in un unico disegno, è un’operazione che può riuscire ad una mente non solo coltissima ma capace di leggere, dietro ogni parola, un collegamento, un rimando.

Il Pendolo è, tra le tante cose, un libro sui libri. Sulle infinite declinazioni delle parole, delle lettere. Da singole ed innocue parole, combinate tra loro, assumono una potenza incontrollabile persin per l'autore stesso. Questo è il destino dei protagonisti del romanzo.

l lettore di oggi e quello della sua prima edizione in cosa differisce

La lettura di questo romanzo cambia in virtù degli strumenti a cui oggi abbiamo accesso.

Atraverso internet possiamo scoprire qualcosa in piu’ su Cagliostro, il Conte di San Germano o Arsenio Lupin. La lettura, dunque, diventa ancora piu’ agevole perchè non è necessario accedere a qualche antico libro polveroso per comprendere di cosa scriva l’autore. Ma qui si potrebbe riflettere, come spessoz ha fatto Eco, sull’attendibilità di tutto ciò che si trova in Rete.

Ma non finisce qui l’impatto di internet sulla lettura del Pendolo.

Perchè come se si autorealizzasse il disegno di Belbo, Diotallevi e Casaubon inserendo in un motore di ricerca i nomi dei protagonisti o, ad esempio, di ordini cavallereschi inventati da Eco, si viene rimandati ad una serie infinita di siti ed il percorso che si può fare da un rimando all’altro è davvero infinito.

Ognuno, grazie alla Rete, può comporre così il suo Piano.

Certo il fascino del romanzo in sè è sminuito. E’ chiaro che Eco non ha inventato nulla, o quasi. Si è “limitato”, con ingegno senza pari, a ricomporre e cucire teorie, miti ed ipotesi prodotte, da appassionati come lui, nel corso di centinaia di anni.

Alla fine si chiude il libro, lo farò stasera, con l’impressione di essersi persi il meglio del libro ed essersi limitati ad un piano di lettura del romanzo piuttosto semplice.

E lo si chiude chiedendosi: i vari siti internet dedicati ai temi toccati dall’autore del Pendolo hanno attinto da Eco o direttamente dalle fonti cui ha attinto Eco stesso?

E quindi internet, i suoi contenuti sono uno specchio del Pendolo, uno specchio delle stesse fonti cui ha attinto Umberto o, addirittura un inganno di Eco?

E se Eco, vero iniziato del Tres come il Colonnello Ardenti del suo romanzo, con questo libro avesse solo gettato un’ esca e cercasse qualcuno che completi le informazioni che lui ha del Piano templare? Se volesse solo confondere gli appassionati in cerca di suggestioni templare e depistarli così dalla reale portata del Piano?

Portento d’un libro....

Guglielmo, il Templare
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