giovedì, luglio 05, 2007

RICORDARSI VISITA!

Sono convinto che l’inconfessato desiderio di ogni anziani sia, nel momento stesso in cui il soffio li abbandonerà, di veder collassare il mondo di fronte ai loro occhi. Di veder spazzati via in solo colpo i neonati, i sogni ed infine il sole stesso. Che una coltre di buio e piombo cali sulla vita stessa. E’ un sentimento forse umano che prende chi vede giorno dopo giorno affievolirsi la fiammella.

Mia nonna, come alcuni sanno, vive nell’appartamento sopra il mio. Dopo una caduta sulle scale è costretta in casa alternando momenti di lucide a momenti velati. Non passo spesso a trovarla. La mia vita è un susseguirsi frenetico di cose. Oggi, programmandolo da circa una settimana, ho trovato un momento per lei. Mi ero puntato un avviso sul cellulare “RICORDATI VISITA NONNA!” e, mentre il mio Sharp iniziava a cantare ero già sulla rampa che portava da lei.

Con lei, erano circa le 18, c’era la signora polacca che funge da badante e mia zia. Mia nonna, sorridendo e con lo sguardo un po opaco, mi ha chiesto di Sbuzzy e Ricky. Ho parlato con mia zia di lavoro e case sino alle 18.20 circa poi, quando è andata via, sono rimasto con la badante e mia nonna. Ho raccontato a mia nonna di Riccardo che, per segnalare una certa ingenuità di Federico, lo ha apostrofato affettuosamente con “Pirla di un pirla!”. Io e la Susy siamo rimasti di sasso. Riccardo, vista la nostra gelida reazione, ha capito di aver detto qualcosa di sbagliato e, mortificato, è esploso a piangere. Mia nonna, per chiosare, ha voluto raccontare pure lei un racconto dell’infanzia delle sue figlie. In sostanza mia madre, vedutasi sottrarre da Archie un pezzetto di pizza, lo avrebbe apostrofato con un “ma vaffanculo!”. Mia nonna è la badante, alla fine del breve episodio, ridevano di gusto. Io, spirito razionale, ravvisavo alcune incongruenze.
“Nonna, scusa” ho buttato li “ma la mamma quanti anni aveva?”
“Due! Era piccola!” ha spiegato tra le risate “i bambini sono cosi!” ha precisato.

A questo punto mi ha chiesto della nonna della Susy. Le ho dunque letto che vive anch’essa con una badante georgiana, tifosa fanatica del suo compatriota Stalin, dispersa nella pampa brianzola.
“Molti vivono lontani dalla famiglia!” ha sentenziato la badante. Pensavo si riferisse alla solitudine della nonna di mia moglie.

“Molti polacchi vivono lontano da casa! Milioni! Si pensa che il 23 dicembre 23.000 polacchi abbiano passato il confine con Germania!”. Ricordando che il più famoso flusso germanico verso la Polonia si svolse in settembre e che si trattava di qualche centinaio di migliaia ho immaginato si riferisse al natale trascorso. A questo punto, armato di buona educazione, ho precisato “Eh si…”.
“milioni! Milioni! Di polacchi!” è esplosa lei evocando un’immagine angosciosa “vivono all’estero! Laureati, dottori, ingegneri lavorano all’estero!”
“Eh si…adesso però arriveranno un pochino di soldi dall’Unione” ho precisato nuovamente.
“Eh si…ricattando mezzo continente e sfruttando il vostro ingresso nell’unione europea copn decorrenza dopo domani vi sommergeranno con una bella valangata di euro, tratti anche dalle mie tasse, con i quali forse la finirete di rompere i coglioni!”avrei voluto dire.
A questo punto la nostra si è lanciata in una analisi economica piuttosto ardita.
“Si! Ma questi soldi servono per fare strade, aeroporti mica sono sussidi! Ci vogliono i soldi per aprire posti di lavoro, per mantenere giovani, per sposarsi!”

A questo punto, in ricordo dell’infanzia in cui mi teneva con se, mi nutriva, mi coccolava e cantava canzoni struggenti, ho preso una mano a mia nonna e le ho detto “allora come va!?”.

I suoi bellissimi occhi grigi, simili ai miei e a quelli di Riccardo, si sono velati.
“Come va il lavoro?”
“Bene…bene nonna…” ho detto commosso.
“Non farti cacciar via…” ha sussurrato lei.
Ho temuto dunque che l’azienda per cui lavoro, mediamente soddisfatta del tempo che dedico al blog e della mia produttività vicina a quella di un lama sul Tibet, avesse espresso qualche malumore su di me avendo deciso di privarsi della mia presenza.
“Ma no nonna….”

“Hai due bambini sul groppone…qualche tegolina potrebbe sempre capitare sulla testa!”
Ho atteso che il suo volto, come nell”Avvocato del Diavolo” si trasformasse in una maschera demoniaca e ghignante. La badante, intanto, rideva.

Se non fosse stata la stessa persona che mi faceva le iniezioni di gammaglobulina e che, ad ogni puntura, mi portava un gioco spettacolare, probabilmente mi sarei alzato dicendo:

“MAVAIACAGARE!”.

Ed invece, dolcemente, ho detto “Nonna, vado a casa adesso…” L’ho baciata e sono andato a casa un pochino angosciato sulla mia sorte lavorativa.

Cosa è rimasto, mi sono chiesto sulle scale, della mia dolce nonna?

Ho impostato un nuovo avviso. “RICORDARSI NO VISITA NONNA!”


Guglielmo
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