mercoledì, luglio 04, 2007

Ancora sulla Banda...

Ieri sera ho visionato l’ottava puntata di Band Of Brothers. Nelle sere in cui mi è stato possibile, con la cupa abitudine di un dobermann, ho visionato un episodio della serie.

Questa terza visione non ha fatto che confermare la prima impressione che ebbi qualche anno fa: bellissimo.

Ho visto diversi film di guerra ma nessuno come questo. Lo spirito del libro di Ambrose è reso magnificamente e la guerra appare in tutti i suoi aspetti. La morte non è mai carica di onore ma spesso si palesa per una pallottola vagante o per una banale disattenzione o imprudenza.
Non ci sono eroi ma qualche azione coraggiosa. Non ci sono vigliacchi ma uomini bloccati dalla paura e dal panico. Si combatte non per alti ideali ma per l’uomo con cui si divide la trincea. Chi torna in prima linea ancora convalescente torna per i compagni di plotone. Le battaglie sono rese per quello che sono: il caos. Non si capisce da dove arrivano gli attacchi ed alla fine come vengano respinti. Le carenze organizzative, mancanza di munizioni, divise, medicinali, vengono sopperite con il sacrificio. Le ferite piu’ profonde, portate sino all’ultimo dei giorni, non sono quelle incise nella carne ma quelle che segnano l’anima dei sopravvissuti che hanno visto, impotenti, spazzati via i propri amici e gli uomini con cui si è condiviso tutto. Non esistono, come dicevo, eroi. Ma uomini che, gettati allo sbaraglio, riescono spesso a dare il meglio di se stessi. Capiscono, infine, che l’unico modo per sopravvivere alla guerra è combattere con i migliori (la 101 divisione) e superare l’orrore tenendo viva l’umanità nei confronti dei propri commilitoni. Gli uomini che si spezzano nel frastuono dei morati nemici non sono quelli peigati dalle ferite ma quelli che hanno visto morire o feriti gravemente tutti i loro amici. Senza di loro, senza questa banda di fratelli, diventa impossibile proseguire.


Guglielmo
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