martedì, marzo 13, 2007

Il Massimo...

Quando , reduce da gravissimi infortuni, si ruppe il ginocchio contro la Lazio piansi. Ero in macchina, tornavo dal lavoro, e dalla radio compresi che per il fenomeno era iniziato un nuovo calvario. Quando vinse i Mondiali, con quell’orrendo taglio di capelli, fui contento per lui. Mi sembrava una bella favola con un lieto fine. Quando andò via da Milano per Madrid rimasi male. Era come se un amico, un compagno di mille battaglie, avesse deciso di andar via.

Poi, quando è tornato a Milano, ho capito che ha qualche problema. Ha problemi con l’Inter e con la nostra città. Dopo il 5 maggio, il tremendo gorgo nel quale fu scaraventata la fragile psiche di ogni nerazzurro, nemmeno una mente sconvolta avrebbe potuto pensare di tornare vestendo la maglia piu’ odiata.

E lui invece, con tutte le squadre in cui poteva andare, sceglie l’unica proibita. Torna e, spinto da tifosi e dai giornali che amano tormentare la psiche nerazzurra, segna un goal nel derby.

Dopo Valencia, dopo la rissa, dopo le insinuazioni sul Campionati in corso, io, al gol del numero 99 del Milan, ne ho pensate d’ogni. Era come se lui, sul quale avevamo rovesciato amore e speranza (mi ricordo ora che in occasione dell’infortunio gli scrissi pure una mail tramite sito dell’Inter), ci avesse pugnalato alle spalle.

Ed allora Massimo, che oltre a tutte queste cose, ha pure sborsato qualche decina di milioni di euro per lui e che in settimana è stato deriso in attesa del Derby, al gol di Ibra, cosa avrebbe dovuto fare?

Avrebbe dovuto scendere in campo e consolare l’ex pupillo che al gol, certo in risposta ai fischi, aveva esultato con le mani a coppa sulle orecchie?

Massimo è meno signore ma piu' umano di quello che si pensasse...


Gughi
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