lunedì, febbraio 19, 2007

Vertigo

Dopo aver letto il libro di Roberto Saviano, “Gomorra”, non si riesce piu’ a rivolgere lo sguardo verso Napoli senza provare una stretta allo stomaco.

Non è la violenza, che in quelle zone ha raggiunto vette inaudite, ma la complessità del fenomeno.

La camorra, il Sistema come viene chiamato tra gli affiliati, è ormai radicato nel territorio e nell’economia non solo del napoletano ma di tutta Italia.

I soldi della droga vengono riciclati in attività legittime che, lentamente, scivolano in una zona grigia dove malaffare ed imprenditoria si compenetrano sino a fondersi.

E sarebbe illusione pensare che queste siano attività locali o di medie dimensioni.

Alcune grandi aziende (forse inconsapevolmente...) si avvalgono di servizi legati alla camorra (per lo smaltimento di rifiuti pericolosi) o sottostanno (forse inconsapevolmente...) a veri e propri accordi distributivi che danno a rappresentanti del sistema il monopolio distributivo. Inutile dire che tale monopolio si trasforma, con l’intimidazione ed il ricatto, in una miniera d’oro imponendo ai rivenditori di tenere solo i prodotti che la camorra distribuisce (la concorrenza di altre aziende viene scoraggiata con la violenza).

Secondo l’autore i capi di alta moda, venduti a peso d’oro nei negozi di tutto il mondo, sono fabbricati nel napoletano. I materiali però, e qui la sorpresa, sono forniti dalla case stesse che sfruttano la manodopera in nero per strappare prezzi concorrenziali.

I manufatti venuti male, e rifiutati dai committenti, sono poi rimessi sul mercato dalla camorra che li rivende, a prezzi stracciati e con qualche falla, nei negozi da lei controllati.

Il porto di Napoli si è trasformato nell’ingresso per le merci contraffatte ( o originali ma che eludono la dogana) che da li vengono smistate in Europa.

Un cortocircuito sociale dove non è il cinema che imita il reale ma la malavita che imita il cinema.

I killer sparano come nei film di Tarantino (la pistola piegata, dall’alto verso il basso e di lato) con il risultato che colpiscono a casaccio provocando ferite dolorose (inutile dire che poi sono costretti al colpo di grazia). Le ville dei boss sono tratte dai film ( Una è copiata da Scarface).

Una terra devastata dall’inquinamento (ogni cava, pezzo di terra o struttura abbandonata diventa discarica) dove anche i ragazzini facilmente diventano soldati della camorra.

Un libro che getta un sottile fascio di luce in una voragine dove si è presi da una inevitabile vertigine.

Una voragine, dove guardando bene, si vedono pezzi d’Italia “onesta”...


Guglielmo
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