mercoledì, febbraio 28, 2007

4!

Riccardo settimana prossima compirà 4 anni. Sono volati.

Quando trascorriamo insieme qualche ora, magari in giro io e lui, parliamo tantissimo di ogni cosa e non mi stanco mai di rispondere alle sue mille domande e di cercare di capire i percorsi che fa la sua mente.

Ogni tanto mi scopro a pensare che quando sarà grande e non avrà piu' voglia di stare con me, quando andare a comprare insieme un film da Blockbuster in tram non sarà piu' per lui un evento, allora mi mancherà.

Immagino che avrò guadagnato un figlio adulto pronto alla vita ma avrò perso una creatura capace di vivere il presente pienamente. Per lui non esiste altro, non esiste futuro. Tutto è li, in quel preciso istante che lui vive. E non c'è tensione verso altro. Gode appieno ogni istante e quando io sono con lui in quel momento preciso io e quello che diciamo, o facciamo, è tutto. E' una sensazione strana ma che avverto, come avverto che tra poco passerà.

L'ho visto crescere e cambiare. Alcuni aspetti del suo carattere non mi piacciono altri invece, a volte, mi commuovono sino alle lacrime o mi inorgogliscono infinitamente. Mi fa ridere o arrabbiare ma non riesco a non pensare a lui come ad un pezzo di me.

Lui, credo, capisca quanto lo ami e quanto la sua felicità, e quella di suo fratello, siano prioritarie per me e Susanna.

E proprio per questo lui, quando gli nego qualcosa, sa come colpire.

Se mi chiede di giocare a carte (giocare con lui a rubamazzetto è uno spettacolo) ed io non posso, o semplicemente non ho voglia, lui sa cosa dire:

"Tu Non giochi mai con me! Io non ti voglio piu' bene! Anzi, " dice esasperato" ti voglio bene cosi" ed avvicina le mani e le dita a 10 centimetri l'una dall'altra.

Inutile dire che quando dice quelle cose mi ferisce. Cerco di non darlo a vedere per impedirgli di capire che cosi facendo sortisce l'effetto desiderato. In quei suoi momenti distruttivi spesso non so cosa fare o dire.

La gamma di emozioni che suscita questa sua manovra è vastissima. Verrebbe voglia di dirgli: "Ingrato!" ed elencargli tutto quello che in quella giornata ho fatto per lui. Oppure abbracciarlo per rassicurarlo che nulla, per me, è piu' importante di lui.

Alla fine, dispiaciuto, fingo di nulla cercando, senza cedere al ricatto implicito, di capirlo.

In genere dopo poco gli passa e tutto torna ad essere come prima.

E riprendiamo a vivere il presente come nulla fosse.

Guglielmo
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