venerdì, dicembre 22, 2006

La dimensione dei poveri

L’asilo di Riccardo ha organizzato una raccolta di alimentari per le famiglie povere della zona.
Donare per qualcuno che non si consoce è sempre difficile. Se uno adotta un bambino a distanza ti inviano una foto di un bambino e ti sembra che i soldi che mandi regaleranno a quel visino un sorriso (magari il bambino è scomparso ma tu continui fare il bonifico a natale pensando a quel visino). Se invece doni al buio ti devi fare un’idea di chi accoglierà il frutto della tua generosità. Non fatichi ad immaginare una casa gelida, un albero di Natale spoglio, i bambini con i visini scarni e pallidi e le manine inguantate in guanti troppo grandi e senza dita (alla Dickens).

Così, nutrito dalla mia famiglia di poveri immaginari, ho comprato pasta, tonno, sapone, spazzolini...insomma qualcosa per i poveri!


Alla fine l’asilo ha chiesto ad ogni famiglia un gioco. Mi è parso educativo far comprendere a Riccardo che a volte bisogna privarsi di qualcosa per darlo a chi ha meno e cos’, di fronte a sua madre, gli ho detto “Riki, devi scegliere un gioco da dare a qualche bambino povero!”.

“Nooooo!” ha detto lui con la stessa aria che deve aver avuto Roosevelt quando gli hanno detto di Pearl Harbour. “No papi!”.

Incalzato, scrutando le sue mensoline stipate di giochi, ha adocchiato un rotolo di fogli del quale, immagino, non conoscesse l’utilizzo.

”Diamogli il rotolone!” ha detto.

Dopo un’estenuante trattativa da un armadio è sbucata fuori una confezione nuova contenente tre paperelle in plastica facenti parte del corredo da bagno del piccolo Federico.

“Ecco diamogli quello ai poveri!” ha esultato Riccardo.

“A parte che non è tuo ma di tuo fratello e poi è un gioco da piccoli!” ho detto io.

“Ma papà” mi ha incalzato lagnoso “i poveri sono piccoli!”

Ognuno, come detto, ha la sua immagine dei poveri....

Guglielmo
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