giovedì, agosto 03, 2006

La mia casa alle Fiji

Il dottor Q., collega ed amico, è uomo pieno di risorse e fantasia. Ogni tanto, di fronte a sconosciuti, mi attribuisce poteri e proprietà immaginari.

Tra i suoi must c’è l’attribuirmi proprietà in località esotiche.

Una volta convinse una signora, appartenente al servizio marketing dell’azienda per cui lavoro, che la mia famiglia possedeva una casa alle Fiji.

All’inizio, mentre descriveva la bellezza della proprietà, immaginai che la signora, fresca di coiffeur e con tailleur elegantissimo, avesse compreso la natura burlesca della questione. Quando poi sono iuntervenuto dicendo che le Fiji sono stupende ma che la casa era troppo fuori mano e che il Gulfstream di mio padre era un tantino costoso da mantenere, il volto della signora si è trasformato in una maschera livida di rabbia ed invidia.

Onde evitare fastidiosi problemi a me al dottor Q. mi affrettai dunque a precisare che si trattava di uno scherzo. I lineamenti del volto della collega si distesero.

Stamattina, prima di iniziare a lavorare, il dottor Q. si è esibito nella solita performance a beneficio di un’altra collega.

A quel punto, vedendo che anche lei mostrava interesse per la villa alle Fiji di proprietà di mio padre, gia ambasciatore della Santa Sede in Irlanda, alle Nazioni Unite e a Tel Aviv, ho chiarito che la proprietà era in vendita e che, probabilmente, mio padre avrebbe mantenuto(per l’impossibilità di vendere la foresta annessa) il castello in Normandia.

A quel punto lei, ironica, ha detto “Chissà che problemi con la servitù....”

“Guarda, in realtà, ci avvaliamo di manodopera proveniente da un villaggio normanno dal quale la Corona Britannica ha stabilito che la mia famiglia possa trarre schiavi.”

Il dottor Q., per onestà, ha precisato che è già dal 1967 che la mia famiglia, con gesto di grande magnanimità, non esercita piu’ lo ius primae noctis...

Guglielmo
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