martedì, agosto 08, 2006

La battaglia di Carcano

Nella suggestiva piana di Carcano, domenica pomeriggio, si è svolta l’annuale rievocazione della Battaglia di Carcano, combattuta il 9 Agosto 1160 e che vide contrapposta la Lega dei Comuni Lombardi all’esercito imperiale del Barbarossa.

Alle ore 16.30 circa, sul campo di battaglia brianzolo, ha fatto la sua comparsa anche la mia famiglia al completo.

Il piccolo Federico a bordo della sua carrozzina e Riccardo con occhiali da sole, cappellino mimetico da marine e doppio cellulare (di cui una copia perfetta di un Samsung regalato dallo zio che il piccolo usa per aggiornare gli amici intimi dei suoi spostamenti “Si, si, Niccolò sono in macchina” e per fare foto (se lo porta agli occhi come una macchina e poi scatta).

Io e la Susy, ridotti a meri accompagnatori, guidavano i due virgulti alla scoperta del medio evo. Riccardo, affascinato dai sue immensi buoi che trainavano il Carroccio e dai falchi che ai bordi del campo di battaglia facevano bella mostra di sé, era stato attirata dalla presenza degli arcieri (emuli del grande Rubin Hud), Federico dalla prospettiva di un pic nic in pieno sole.

Mentre il piccoletto, tarantolato dalla fame, consumava il suo pasto io e Riccardo ci posizionavamo ai bordi del campo di battaglia in attesa che la mischia avesse inizio.

“Quando inizia la battaglia?” continuava a chiedere il piccolo.

“Tra poco...” dicevo mentre le schiere si disponevano in campo.

Il vento intanto spazzava la piana scacciando le nubi, tingendo il cielo di un blu intenso (il cielo di Lombardia del Manzoni) e scompigliando i sottili capelli di Federico.

Prima dell’inizio del tenzone Riccardo, avvistato un cavallino a lui proporzionato, lanciava un richiesta incredibile: “voglio fare un giro...”.

Giunti al banchetto con la cassa interrogavo nuovamente il Clint Eastwood dei poveri ma lui si mostrava sicuro ed irremovibile: “voglio fare un giro a cavallo...”

Senza dare segni di timore il piccoletto si faceva il suo giro e, con la sella di Ringo ancora calda, sparava un calibro grosso. Avvistato un cavallo di taglia normale lo puntava con il ditino dicendo: “Adesso faccio un giro su quello...”

Solo l’incombente rullo dei tamburi, presagio della battaglia, lo riconduceva alla ragione. Mentre dunque rimiravamo le truppe schierate all’improvviso una scena degna della corazzata Potemkin:
un urlo lacera l’aria tersa “Dite a quella donna con la carrozzina di spostarsi!”

Io e Ricky ci giriamo di scatto. Nel corridoio d’erba appena sgomberato e dal quale di li a poco sopraggiungeranno al galoppo gli imponenti destrieri pronti a gettarsi nella mischia, arranca infatti la carrozzina blu notte di Federico condotta con mano incerta dalla Susy. Immagino già i due travolti dalla cavalleria imperiale sotto gli occhi impotenti miei e di Clint.

A quel punto urgeva un intervento. Lasciato il piccolo cavallerizzo dietro una vettura intimandogli di non muoversi, mi gettavo al salvataggio dei due sventurati traendoli, fortunatamente, in salvo.

A quel punto si dava inizio alla battaglia. Riccardo, apertamente schierato con gli imperiali, partecipava al clima belluino seguendo le urla della soldataglia alemanna (“UUEEEEE!!!!” ).

"Quando arriva il cavallino?" chiedeva invocando l'entrata in campo di Ringo.

Quando le catapulte sono entrate in azione il piccoletto, che ormai credeva io fossi un cavallo perchè si agitava come in sella e mi girava la testa per indirizzarmi vero le zone calde del campo, ha urlato: “Papà i cannoni!”

E’ stato un crescendo fino alla vittoria finale dei milanesi.

Prima di andare a letto Riccardo si è abbandonato al piacere della rievocazione: “E’ stata una bella giornata...certo che ci sono state tante battaglie...!”


Guglielmo
Creative Commons License