martedì, agosto 22, 2006

The Few, The proud

Nell’ambito delle celebrazioni del bi millenario della scoperta di Musocco ho organizzato un’uscita ciclistica per Milano. Un percorso che sfiorasse la Milano romanica, medievale ed ottocentesca e che restituisse alla nostra percezione, troppo spesso imprigionata tra le lamiere, la città.

Grazie all’agilità del mezzo scelto è stato possibile addentrarci in vicoli e sensi unici percorrendo un ideale percorso dell’anima impossibile da seguire a piedi o, peggio, in macchina.

Come accadde già con Colombo l’improvviso disvelarsi di nuove idee accendo negli animi più semplici l’orrore. Con varie scuse parecchi dei potenziali candidati si sono dileguati e, alla fine, sul selciato sono rimasti solo quattro ciclisti: io, il lungo (che pedalava con la grazia di un airone su una bicicletta immensa), Luca B. (napoletano trapiantato a Milano) e Massimo D. (anche lui vedovo estivo e quindi disponibile ad imprese al limite dell’assurdo).

L’uscita, lungamente preparata dal punto di vista atletico e tecnico, ci ha visti impegnati in ricerche sui luoghi da privilegiare. Alla fine però sono state le emozioni a guidarci. Il percorso, che ad occhi insensibili al bello può sembrare casuale, ci ha condotti dalla Basilica si Sant’Ambrogio sino al cuore della città, il Duomo, passando per la Scala, le Colonne di San Lorenzo ed il cuore finanziario della città.

Il momento sicuramente piu’ intenso è stato quando il Tramaglino (Luca B., prima dell’uscita noto solo come Mergellina), incrociando Cordusio provenendo dal Duomo, è scoppiato in lacrime.

“Qui! Qui....” ha detto tra i singulti “Qui c’era il forno delle grucce!”

Qui il Tramaglino, con un lieve accento lecchese, ha recitato stralci del capitolo XVI dei “Promessi sposi”.

Giunti in galleria, dove alcune principessine indiane sedute ad un caffè ci hanno rimirato come preziose perle, abbiamo convinto una passante venezuelana a sottoporsi al rito della cosiddetta “Rotatoria sulle balle del toro” documentando questo in contro tra culture su supporto digitale.

Sul finire della serata, prima di lanciarci in una folle voltata in una corso Vercelli lunare, abbiamo mangiato un bel gelato in via Marghera.

Il volto romanico e medievale di Milano è tornato dunque a splendere di fronte al gruppo (Castello, Sant’Ambrogio, Università Cattolica, Duomo con i suoi alberi di magnolie situati dietro l’abside, Via Torino, Corso Magenta, la City...).

Prima di rientrare, circa 25 km sul contachilometri, ho avuto modo, separandomi dal Tramaglino nei pressi del Parco Sempione, di sentirle dire : “Ue’ cuma se mang il gela' a Milan se mangia minga dai ater part...Milan l’è propri un gran Milan....”


Guglielmo

4 Comments:

Blogger Il connestabile ha sostenuto

Grazie per avermi invitato...

11:18 AM  
Blogger Guglielmo il Maresciallo ha sostenuto

Che serata...che serata...

C'erano pure Max e Giacomo...

Ma la bici ce l'hai????

11:26 AM  
Blogger L'Architetto ha sostenuto

Stai scherzando? Connie e' soprannominato "Il Baronchelli di Musocco" per come sfreccia tra il traffico andando all'Universita'!

9:26 PM  
Blogger Guglielmo il Maresciallo ha sostenuto

Ti confondi con qulacuno forse....

9:13 AM  

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