giovedì, luglio 06, 2006

Il custode di Mozart

Raccolti in fitto conciliabolo trovo, nell’atrio di casa mia, il ciclista, l’inquilino dell’ultimo piano ed il figlio. Si complimentano tutti per Federico, strette di mano e pacche sulle spalle. Approfittando di un attimo di distrazione del ciclista e del figlio, il mio vicino si affianca con in mano un tomo.

“Vede Guglielmo, è un po’ che volevo parlarle!”
Cazzo. L’ultima volta ha tentato di vendermi damigiane di quello che mio padre definì, dopo che gliene portai un campione, acido fenico.

Per sfuggire alla sindrome da enologo che aveva preso il mio vicino di casa dovetti ricorrere ai Lakota: “vede” dissi “ purtroppo dopo una vacanza sugli appalachi ho scoperto che l’acqua di fuoco uccide lil cerchio sacro e quindi non bevo piu’….”
“Certo, certo, coi mancherebbe…”aveva risposto lui senza dubitare della mia parola.


Temo quindi mi voglia piazzare una qualche enciclopedia sul vino o simile.

Ed invece, con i mano quello che ora distinguo come un volume allegato a Panorama, mi dice:

“Vede Guglielmo…che non capiti mai!” e intanto fa le corna”ma se dovesse avere bisogno di qualche risposta a domande mediche…vede…io…” e qui gonfia il petto e con mani rese callose da chiavi inglesi, rubinetti e mattonelle accarezza il sottile cellophane,” ho quasi completato l’enciclopedia medica della Treccani…18 volumi….questo è il quattordicesimo!”

“Ah però…” butto li sospirando di sollievo per lo scampato pericolo e pensando che almeno sino a “Secchezza delle fauci” nel palazzo siamo tranquilli.
“Se dovesse aver bisogno…non esiti a suonarmi!”

Magico…mi vedo che so, con Riccardo con febbre a mille, nausea, capogiro, le manine sulla testa che invoca un medico (l’ultima volta che è accaduto ero in ospedale e, dopo diversi ritardi e dopo che il mio prezioso topo rivendicava il diritto all’assistenza sanitaria di base ho urlato in corridoio “se entro 5 minuti un medico non visita mio figlio io chiamo i Carabinieri….!”. Da una porta è sbucata una dottoressa che mi ha detto “Cosa crede che urlare serva a qualcosa?” “Scommettiamo?” ho buttato li e dopo 5 minuti c’era un dottore….), mia moglie fuori controllo ed io che le dico:
“Cara, stai calma. Vado su al terzo piano per un consulto medico con il signor S. Nell’enciclopedia medica di Panorama troveremo certo risposta a tutti i nostri quesiti!” inutile dire che anche il signor Aldo, del secondo piano, interno 2, potrebbe fare la sua porca parte.

Io, per dargli un po di soddisfazione ho detto: “Beh è la Treccani, cazzo” (un “cazzo” l’ho aggiunto perché ci stava proprio bene nel clima cameratesco che si era creato. Riccardo intanto dava la scalata verso casa e no sentiva il linguaggio scurrile del padre!)

“Eh beh! E’ la Treccani!” ha ribadito lui.

“Sa….” Ha continuato con tono tra il cospiratorio ed il confidenziale” ho fatto anche la raccolta di Mozart…tutto Mozart!”

“Accidenti!” ho detto mostrando sorpresa “Ha pure il duetto live alla Royal Albert con Tozzi?” avrei voluto aggiungere.

“Tutto….anzi, se lei ha delle …che so…delle segnalazioni da farmi.,mi dà una scampanellata e ne parliamo”

Segnalazioni di cosa? Opere di Mozart inedite che magari ho in casa? Oppure un sano confronto tra me e lui sull’opera del genio?

Qui, fortunatamente, non ho dovuto mentire: “Vede signor S. io e la musica classica siamo due copri estranei….ho un certo rammarico ma è cosi!” .

Mi sono reso conto di aver compiuto un passo falso. Se Riccardo non avesse tentato il balzo dal 4 scalino urlando “CURRAHEHE!” (grido di guerra della 101ma avio) sarei stato spacciato. Il Signor S. avrebbe magari proposto un corso settimanale di educazione al genio di Mozart da tenersi in cortile il sabato mattina.

Invece mi ha detto. “vede Guglielmo, è strano come abbia fatto qualcosa di bello in così tarda età (S. ha circa 68 anni e tutte le fottute mattine mentre fresco come una rosa con la mio polo profumata ed i miei occhiali da sole Calvin Klein esco per andare al lavoro lui, con aria già sfatta alle 8.00, cava dalla cantina del palazzo una manciata di borsoni di cuoio rigonfi di attrezzi e materiale. Io, ogni volta, mi sento una merda e l’ultima volta lui ha pure rincarato “sa li tengo in cantina perché hanno tentato di rubarmele insieme alla macchina!” “Hanno tentato di rubarle la macchina?” ho detto io con genuino stupore”Certo! Mi ha detto il mio meccanico che le Tipo vanno forte sul mercato….”. non ho saputo scegliere tra il dirgli di cambiare la macchina o il meccanico).

“Non ho mai avuto voglia di raccogliere cose cosi belle. E mi è capitato ora…” (“Grazie a Panorama!” ho temuto aggiungesse.)

Che dire. Appena ho iniziato la salita verso casa con il mio piccolo cerbiatto che saltava davanti sono stato preso dalla malinconia. Malinconia per quell’uomo schiantato dal lavoro e da una vita infame che trova piacere e gioia nel raccogliere queste due opere. Malinconia perché, come dovrebbe essere ogni buon collezionista, non si ritiene possessore di quel sapere e di quel genio ma un semplice custode pronto ad aprire la porta di casa per condividere con altri ciò che ha raccolto.

Dopo, mentre preparavo la cena, ho ripensato a Terzani. Ad un pezzo del suo ultimo libro in cui dice che le cose spesso ci illudiamo di possederle mentre in realtà sono loro che possiedono noi e di come ci si debba sentire felici perchè, per alcuni tratti della vita, siamo semplici custodi di cose belle.

Il Signor S. non ha letto Terzani, ma credo che alla fine, pur con i suoi mezzi, è arrivato alle stesse conclusioni…


Guglielmo
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