lunedì, luglio 10, 2006

I leoni

Alle ore 19.45 l’accampamento taceva. Riccardo, sazio di pasta e sfiancato dalla partita svoltasi in corridoio dalle 19.00 alle 19.30, giaceva, nella sua camera climatizzata, ormai incapace di reagire (si sarebbe fatto vivo solo due volte. Alle 20.12 per un supplemento di coccole ed alle 20.22 perchè aveva finito l’acqua della borraccetta che si porta sempre a nanna). Federico, stordito dalla poppata strategicamente piazzata alle 19.30, giaceva in stato di semi incoscienza in carrozzina. Io, caffè solubile equo solidale messicano shakerato in tazza e tricolore ben disteso ai miei piedi, attendevo la finalissima.

Ho seguito il percorso di questa nazionale dall’inizio. Se sulle prime non gradivo la solita spocchia di Lippi e il faccione gaudente di Capitan Cannavaro (con annesse dichiarazioni sullo scandalo), piano piano ho cominciato ad apprezzare l’indole guerriera di alcuni giocatori (Gattuso, Pirlo, Buffon, Zambrotta,…) e la faccia pulita (Grosso, Toni, Iaquinta…) di altri.

Che ci fosse poi risparmiato il solito corollario di donnine semi nude, di dichiarazioni stucchevoli e di prime donne isteriche non ha che fatto consolidare la mia simpatia per i ragazzi.

La partita è stata come quasi tutte le finali. Incerta, combattuta, tirata.

Quando i ragazzi sono andati al rigore si è palesata l’essenza di questa squadra: semplicità (nessuno ha cercato cucchiai o finezze ma ha sparato bordate sul palo cercando di spiazzare Barthez), concentrazione e sicurezza. Nessuno dei tiratori, lucidi combattenti, si è presentato al dischetto con il solito corollario di menate che accompagna ogni fuciliere azzurro da decenni (sponsor, atavici ricordi di errori, tremori adolescenziali e simili).

Sereni, i 5, hanno fatto il loro dovere. Li accompagnavo ristendendo ogni volta scaramanticamente il tricolore e chiamando per nome il designati.

Che dire…è stato bello per una sera vedere quei ragazzi con il tricolore sul petto gioire semplicemente come se fossero davvero “uno di noi”. Per un istante ciascuno, da casa, ha accantonato le sue ansie, le sue preoccupazioni e le sue miserie per sentirsi campione.

La Francia, splendida avversaria, era piegata e prima di le la solita arrogante Germania.

Per un istante, mi è tornato in mente parte del discorso che Churchill tenne in parlamento dopo El Alamein. I soldati italiani della Folgore furono definiti, da quell’indomito combattente, i Leoni della Folgore.

E’ stato bello pensare che per una sera, come ogni tanto accade tra i nostri disastri ed le nostre miserie di popolo, oltre i confini, gli altri popoli guardavano la tv e, come Churchill, pensavano “Che leoni questi italiani…”

Unica pecca: Civoli. Non ha urlato come avrebbe e come mi apsettavo “Campioni del mondo!” 4 volte. (Forse non sapeva che N. Martellini lo gridò tre volte nel 1982 non a caso…).

Ho rimediato io. Mi sono affacciato alla finestra che da sul cortile interno, zeppo di finestre aperte sull’afa milanese ed ho urlato “CAMPIONIDELMNONDO, CAMPIONIDEL MONDO, CAMPIONIDEL MONDO, CAMPIONIDELMONDO!”


Guglielmo

1 Comments:

Blogger Il Baccelliere ha sostenuto

ieri sera mi sembra di averti visto tra quei facinorosi che bloccato il tram davanti alla via in cui abito si sono proiettati su e dentro il medesimo mettendolo a ferro e fuoco...

11:25 PM  

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