venerdì, luglio 28, 2006

Ho fatto un sogno...

Alle ore 19.15 mi trovo di fronte al televisore. Cappelletti Barilla e una bottiglia di Kilkenny rossa sono mie compagne mentre fuori, oltre la finestra aperta, impazza la tempesta.
Un tonfo dai piani nobili del palazzo mi distrae dallo schermo. Momenti di panico: è caduta mia nonna. Urla belluine colano dal secondo piano facendomi vibrare lo stomaco: "Campioni! Campioni!" riesco a distinguere tra gli scrosci d'acqua che si fanno piu' violenti.

Metto su raidue ed attivo il Televideo: "Scudetto 2005/2006 assegnato all'Inter". Leggo la pagina d'un fiato e corro alla porta blindata. La spalanco sulla festa.

Il Signor Aldo, del secondo piano, è in abbigliamento da casa: calzoncini kaki modello Tobruk, calza blu in cotone al ginocchio, ciabatta chiusa di cuoio e canottiera ecrù.

Il tutto è guarnito da una sciarpa gialla " F.C. Internazionale", che comprai ad una partita di Champions e che ho regalato al Signor Aldo in occasione del suo ultimo ricovero (lo trovai mummificato su una sedia a rotelle in ospedale e non avrei scommesso nulla sul suo recupero), brandita festosamente.

La gioia del signor M.è contagiosa e pian piano pervade i muri incandescenti. Mia nonna, reggendosi alla badante di colore, esce da casa sua. Immagino pensi ad un malore dell'Aldo ed invece anche lei, con il bastone da passeggio, festeggia lo scudetto.
Piange copiosamente e tra i singulti sento che con voce strozzata dice "Peppino, Peppino (mio nonno) se fossi ancora qui! Campioni! Campioni! Jair, la perla nera, (dice rivolgendosi alla badante) portami in casa!". Da li ordina a Ince ( la badante sta assumendo i nomi di tutte le superstars che hanni militato con l'Ambrosiana) di scaraventare per strada la poltrona finto cuoio del soggiorno. Mentre sono alla finestra dall'altra parte della via, al primo piano del palazzo di fronte al nostro, compare la Signora Giacomina, nota milanista.


Alle ore 19.48 circa, la famiglia di Ecuadoregni del primo piano, tifosi della Lazio per motivi sconosciuti alla scienza, si affaccia sul ballatoio. Essendo le tifoserie di Inter e Lazio gemellate i quattro uomini della famiglia ritengono sia il momento di fare baldoria. Senza perder tempo tirano fuori due casse di Heineken (offerta Iper) e iniziano a bere. Mia nonna, alzando il braccio nel saluto romano grida: “Un saluto leale alla Roma laziale!”.

Il signor Aldo, ormai galvanizzato, parte in quarta. Lanciando dalla finestra una cassa di Lievissima Allegra della sua riserva doc sfascia la parabola dei vicini di casa pugliesi. I due, per loro somma sfortuna, sono juventini. “Mandarini” urla il signor M. “non vi serve piu’ Sky, vi basta il digitale per vedere la B!”.

Andrea, cosi si chiama lo sventurato, esce di casa ma subito si trova di fronte il drappello di laziali inferociti. Lui e la fidanzata vengono rinchiusi nel locale caldaia dello stabile al grido “In purgatorio ladri!”.

Intanto la mia vicina di casa è ritta come un fuso sulle scale avvolta solo nella bandiera della benamata e, lanciandosi in una specie di saggio ginnico, canta “Amala pazza Inter, amala!”.

Il signor Aldo intanto, mi ha strappato il bandierone nero azzurro che comprai il fatidico 5 maggio e, seguito dal suo drappello di fedelissimi latino americani, si scaraventa contro la porta della signora Teresa del 3 piano. Mia nonna agli urla “Vai Corso! Facchetti (dice rivolgendosi a me) aiutalo!” Il mattinale della Questura, su precisa insistenza della signora Teresa, 81 anni, parlerà di violazione di domicilio per tentata libidine. In realtà il signor Aldo costringe la signora Teresa, milanista, a cucire, con la sua Singer a pedale, un tricolore improvvisato sul mio bandierone. Il vessillo cosi confezionato viene dunque fatto sventolare sull’antenna del condominio. E’ il segnale della battaglia.

Alle 20 .15 la bicicletta del piccolo cinese figlio del ristoratore sotto casa viene sottratta dal cortile. Portata al terzo piano viene scagliata, in memoria della fatidica Inter-Atalanta, giu’ dal terzo piano dello stabile. Il piccolo è stato visto con una maglia di Sheva giocare all’oratorio e come tale è giudicato colpevole. Il motorino del peruviano del terzo piano, un agnostico e quindi colpevole come gli altri perché non ha una vera fede, viene incendiato.

Il Signor Aldo si è scagliato per strada e sul condominio della Signora Giacomina, Milanista, scrive “La signora Giacomina (Aldo non vuole rinunciare all’educazione ) fa Kaka’!”. Il Singora Aldo si intrufola in casa della Giacomina e sottrae una camicia da notte della signora. Brandendola come uno striscione dei tifosi avversi, torna per strada.

Giacomina, vedova ultraottantenne, non ci sta e chiama i vigili.

I festanti si barricano quindi nel condominio. Il cane dei pugliesi juventini, un cocker spaniel di razza purissima, viene intanto tosato come una zebra e mandato cosi per strada.

Alle 20.38 la vettura dei Ghisa è bersagliata con casse di Levissima Leggera e messa così a tacere. È il momento del blitz: Aldo, con alcuni di quelli che ormai sono i suoi pretoriani, scivola fuori dallo stabile in caccia di Walter Cazzaniga, milanista. Prima però sequestra la vecchia Tipo del signor S. dell’ultimo piano e la scaglia come un missile verso il bar all’angolo, sede di un MIlan Club. Il fatto che il Milan club sia stato chiuso nel 1976 e il locale sia stato ceduto di recente ad una famiglia di cinesi è giudicato dal guerrigliero totalmente ininfluente. L’esplosione, l’analisi della scientifica troverà poi tracce di bombole di azoto ed ossigeno (il signor Aldo gira con il respiratore e viene rifornito ogni giorno da una società di gas medicali) e bottiglie di Lievissima Allegra contenenti probabilmente metano, è devastante.

Fatto saltare l’ex Milan club la caccia al Cazzaniga riprende. Finirà nel nulla (il signor M, rimasto ferito nell’eclatante dimostrazione di forza, gira per il quartiere su di un carretto trascinato dagli ecuadoregni come John Wayne nel “Giorno piu’ lungo”) perché Aldo non ricorda piu’ dove il Cazzaniga abiti ed in particolare perché il Walter è stato fulminato da un colpo apoplettico già nell’autunno del 2002 (Aldo se ne è dimenticato nell’euforia dei festeggiamenti).

La situazione precipita. Una trentina di militi (4 blindati dei Carabinieri) bloccano l’accesso al condominio. Aldo e quella che ormai chiama la brigata Mapuche fanno appena in tempo a rientrare.

Si fa avanti il vicequestore Caccialepore Michele del Commissariato Barona. Cerca lo spazio per una trattativa. La risposta è un lancio di pannoloni “Serenity Esselunga” intrisi di feci ed urina. Il Sindaco Moratti contatta il sindaco di Mosca il quale, colmo di gentilezza, invia un reparto d’assalto dell’Omon, il temuto reparto antisommossa russo utilizzato in Cecenia.

E’ il mio momento. Cerco di trattare. Riesco a convincere il Signor Aldo ad ascoltare le proposte del Caccialepore (per evitare inutili preconcetti lo presente al signor M. come Angelo Brambati natio del Giambellino).

Il Caccialepori può parlare ma prima deve leggere la leggendaria formazione dell’Inter 1964. Il sedicente Brambati procede: Sarti, Burgnich, Facchetti, Tagnin, Guarneri, Picchi, Jair, Mazzola, Milani, Suarez, Corso. Legge la formazione da un foglietto che tiene appiccicato sullo scudo anti sommossa mentre i trenta e passa Carabinieri ad ogni nome devono gridare: “OLEEEEEEE!”.

Alle 22.58 si raggiunge un accordo. La Teresa ritira la denuncia. In cambio il Signor Aldo le chiede pubblicamente scusa per il fantomatico tentato atto di libidine ed io mi impegno a portarle la spesa al terzo piane senza scale per un mese. La signora Giacomina ottiene le sue scuse e la scritta irriguardosa viene cancellata dal signor M. seduta stante.

Intanto arrivano i russi. Gli ecuadoregni tirano fuori altre tre casse di Heineken ed in cortile, con la mia vicina avvolta a turno nel tricolore, nella bandiera dell’Inter, in quella dello Spartak Mosca ed in quella Sovietica (ricordo di un viaggio di mio suocero a San pietroburgo già Leningrado) si che alterna canti italiani a quelli dell’Armata Rossa. La scena è suggestiva.

Nel vecchio Milan Club, ormai un cumulo di macerie, viene scoperta una raffineria d’oppio e quindi il signor Aldo la scampa raccogliendo anche simpatici applausi dalla forze dell’ordine.

Alle 2.45 un pesante manto di calore e oscurità precipita sul condominio. La festa è finita. Mentre mi addormento, dalla finestra aperta, sento sferragliare una tapparella. Una voce distorta dalla rabbia: “ Giacomina, puttana, infame hai chiamato gli sbirri ma tanto in Champions non ci andate! Jair serà su! Presto che l’è l’ura d’andà a durmi!”. La tapparella si chiude.

Un addetto dell’azienda del gas, chiamato da un anonimo stamattina a tarda ora, ha liberato i due juventini dalla cantina. I due, con occhi come piattini da caffè e tremanti, sono usciti alla luce del sole riparandosi il capo ed urlando: “ Sarti, Burgnich, Facchetti, Tagnin, Guarneri, Picchi, Jair, Mazzola, Milani, Suarez, Corso....



Siamo noi…siamo noi….I CAMPIONI DELL’ITALIA SIAMO NOI!
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