giovedì, maggio 11, 2006

Il pistolero

A gambe divaricate, la pistola mezza storta impugnata con due mani, sputacchiando proiettili con la bocca, Riccardo ha fatto la sua comparsa sulla soglia della cucina mentre preparavo il suo risottino con zafferano della Nuova Caledonia (Differisce da quello classico perché è giallo e verde. Si tratta, in realtà, di zucchine tritate finissime, che non mangia di solito perché dice che non gli piacciono , con zafferano. Esiste anche il pure con patate della Nuova Caledonia che è fatto con patate e zucchine sminuzzate sino a renderle irriconoscibili. Se non vede il verde della buccia va bene tutto…). Mi ha sparato un paio di colpi tutto felice e mi ha guardato fiero del suo nuovo giocattolo. Una nonna di un suo amichetto, un po troppo premurosa, ha pensato bene di compragliene una uguale a quella del nipote.

All’improvviso, dopo una giornata di lavoro, con la testa alla scandalo del calcio, mi trovo catapultato di fronte ad una delle tematiche piu’ calde che un padre possa affrontare: le armi da fuoco. Sono cresciuto, grazie a mio padre, con una smisurata serie di pistole a tamburo, semiautomatiche e fucili western. La lezione piu’ grande, avevo circa 12 anni, me la diede però mia madre. Mi comprò una pistola ad acqua tipo 007 allegata al Corriere dei Piccoli e, dopo avermela data, mi disse: “Non è la pistola che rende un uomo coraggioso…”

Quella frase, cosi semplice, mi fece guardare a quell’arma giocattolo, con occhi diversi.

Durante il militare, quando quotidianamente ero in contatto con armi di ogni genere, ho imparato che le armi portano solo guai e che averne una in mano, se non si sa come usarla e non si è disposti ad usarla sino in fondo, è un rischio. Il mio Tenente diceva sempre “ La pistola non si estrae mai. Se decidete di farlo, ed è necessario, prendetela solo se siete pronti ad uccidere….”

Un appuntato, altrettanto saggio, ma meno fine, mi diceva sempre “Se devi andare con una donna, soprattutto di un altro, (lui usava un termine piu’ appropriato alla caserma in cui vivevamo…), non portarti mai la pistola…”

Le due frasi, di ugual saggezza, andrebbero incise come monito sul calcio delle pistole: chi non ha la testa per usarla, nemmeno la porti.

Malgrado, come detto, io sia cresciuto rifornito di armi e munizioni come un battaglione dei Marines durante il militare, quando maneggiavo armi vere, mai mi è saltato in mente di giocare con queste, di puntarle, anche scariche, verso qualcuno o di usarle impropriamente.

Ritengo dunque giusto che un bambino possa giocare con armi giocattolo ma, non a tre anni.

Poiché il Rambo del Musocco pareva poco restio a separarsi dalla sua sputafuoco e non volendo mitizzare l’oggetto negandoglielo ho proceduto cosi.

Dopo cena ho preso il piccoletto in disparte e, con la sua replica di una 38 Magnum Special con proiettili in plastica morbida e bersaglio, ho attacco il seguente discorsetto:

“Vedi Ricky, le pistole, anche quelle giocattolo, sono pericolose.”
“Secondo me” ha detto con freddezza il Butch Cassidy in piagiamino di Qui, Quo e Qua, “non sono pericolose…”
“No, sono pericolose…” ho ribadito io.
“Le possono portare i Carabinieri perché le sanno usare…allora tu puoi usarla ma così: Ti dico quello che mi hanno detto quando facevo il Carabiniere? Va bene?”
“Si papi!” ha detto un po troppo accondiscendente. “Io” ha ripreso “sono un Carabiniere, come te…noi non siamo la polizia…vero?”
“Vero…allora…la pistola non si punta mai contro nessuno, persone o animali. Non si spara contro nessuno e la usi solo in casa e solo quando c’è il papà! Va bene?”

“Si…solo quando c’è il papà..” ha cantilenato con gli occhi fissi sul cannone.

Ho appoggiato il bersaglio di cartone ad un mobile, ho armato la pistola, ho inserito il proiettile di gomma ed ho dato una rapida lezione di tiro all’aspirante Lee Oswald.

A questo punto il piccoletto si è esibito in una serie di cinque colpi. Ha centrato mobile e bersaglio con la medesima frequenza dopodichè, evidentemente annoiato dalla monotonia del gioco, ha mollato il ferro è lieto ha sentenziato “Adesso giochiamo con le macchinine!”. E’ partito dunque il Campionato del Mondo di salto da rampa mobile “Hot Wheels”.

Appena John Wayne è andato a letto ho preso in mano la sua trentotto special e l’ho soppesata. Ho subito capito perché il piccoletto si è stufato cosi in fretta: era una sordida e sbilenca replica “Made in China”. Domani, all’Esselunga, comprerò al mio pistolero una fedele replica di una Beretta 92s Made in Italy…


Guglielmo

3 Comments:

Blogger io solo io... ha sostenuto

Vorrei essermi goduta la scena!!!
Passo sempre volentieri a leggere 'Le cronache di un padre moderno e modello'!! Ah ah ah

Un sorriso
Ross

PS. Hai trovato il tuo esemplare all'Esselunga??

3:02 PM  
Blogger Guglielmo il Maresciallo ha sostenuto

No, non avevano la versione Nato da guerra...

4:20 PM  
Blogger Tecnologo ha sostenuto

provvedero' io a dire a riccardo di quando suo padre si presento' in università con il calcio dell beretta che si vedeva sotto il maglione...

6:08 PM  

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