lunedì, marzo 20, 2006

Come hai imparato a nuotare?

Mio padre mi ha insegnato a nuotare in Liguria. In un mare calmo e poco profondo dove prendere confidenza con l’acqua e fiducia in me stesso. Lentamente ho imparato a muovermi a mio agio in acqua ma sempre ricordando gli insegnamenti che mio padre mi ha dato. E tutti questi sono riassumibili in una sola parola: prudenza. Ed ancora oggi, quando al mare mi spingo nuotando verso il largo e l’acqua si fa davvero profonda, allora ricordo le parole di mio padre e, prima di sentire l’affanno salire dal petto, torno verso la costa.

Ma ogni padre ha il suo stile ed ogni figlio ha i suoi tempi per apprendere ed acquistare fiducia.

Da questa combinazione nascono i percorsi educativi. Pasquale, un mio amico, è stato gettato da uno scoglio in un mare che immagino increspato dal vento. Cosa ricorda? Ansia forse. Un pizzico di paura. Ma ha imparato a nuotare. Ha imparato che nelle a vita a volte si cade in acque ostili e da li bisogna iniziare a nuotare. Io questa lezione l’ho appresa? Forse piu’tardi di lui…

Esiste una sola risposta alla domanda su quyale sia il modo migliore? Forse no. La risposta è data dal nostro cammino personale di padri e madri, e prima ancora di figli, e da ciò che riusciamo a percepire del temperamento nostri figli e del loro vissuto.

E forse ciò che dobbiamo comprendere è che i nostri figli sono unici.

Alcuni andranno gettati dallo scoglio, a costo di sentirci in colpa. Altri andranno seguiti mentre, con i braccioli, muovono le prime incerte bracciate. Per altri ancora bisognerà gettarsi dallo scoglio prima che affoghino…

Ma come capire qual è il percorso giusto (ammesso che ne esista uno)?

Bisogna capire i bambini. Instaurare con loro un rapporto che ci permetta di condividerne le emozioni senza temere di lasciar trasparire i sommovimenti piu’ intimi del nostro cuore.

L’animo dei nostri figli è un vulcano di emozioni e passioni. Dobbiamo sintonizzarci sui loro sentimenti cercando di condividerli e comprenderli. Nei loro occhi o semplicemente osservando e riflettendo sul loro modo di allontanarsi da noi possiamo comprendere come affrontano la vita e che ruolo ci danno in questa loro avventura.

Li vedremo, ancora gattonare, coraggiosi che affrontano angoli bui solo confortati dal suono lontano di una aspirapolvere che è come fosse il canto melodioso della loro mamma. O li sentiremo incerti, dopo una giornata coraggiosa, sull’orlo del sonno che stentano ad affrontare se non sono accompagnati da una serie rituale di frasi. In quell’istante, nell’istante dell’abbandono notturno, non sapremo distinguere quali dei nostri figli hanno bisogno di una parola(l’importanza della parola per infondere fiducia e speranza penso sia fondamentale) ed una carezza in più e quali invece sono già pronti per dormire qualche notte lontano da noi?

Certo non è semplice. L’equilibrio tra repressione ed incoraggiamento, tra autorità e libertà è un equilibrio che ci pone molti ed a volte pesanti interrogativi.

Forse la fatica del genitore è anche questa: capire quale sia, pur sapendo che alcuni errori sono inevitabili e le correzioni in corsa necessarie, il percorso migliore per il proprio figlio.

Ciò che colpisce è la responsabilità che abbiamo. E’ in questi primi anni che infatti si formano quelli che vengono chiamati "aree di sicurezza" e "modelli operativi inconsci".

Sarà a questi modelli e queste aree che i nostri figli ricorreranno quando dovranno gestire il distacco da noi e quando saranno chiamati ad affrontare la vita con le sue difficoltà.


Guglielmo


E comunque, visto che un giorno qualcuno ci dirà che abbiamo sbagliato tutto, come dice la mia saggia zia: "I figli crescono malgrado i genitori..."

2 Comments:

Blogger Il Baccelliere ha sostenuto

Per quel che riguarda la mia esperienza ventennale di figlio, sono contento dei miei genitori, sono dei bravi educatori,credo.
Non mi hanno mai buttato allo sbaraglio, mi hanno sempre sostenuto in tutto quello che valeva la pena di fare, come poi ho capito col passare del tempo. Sono gentili e non mi fanno mancare niente,anzi il più delle volte sono io in difetto con loro, cerco di moderarmi ma penso anche che sia nell'ordine delle cose.
Mi hanno concesso molte libertà che magari loro non hanno avuto, mi hanno fatto studiare senza troppe storie, mi danno la macchina senza problemi, penso anche che io li stia ripagando di questa loro fiducia.
Certo, hanno anche loro dei pallini dai quali non si smuovono, ma forse invece che pallini tra qualche anno scoprirò che avevano ancora una volta ragione. Penso che come metodo educativo abbiano deciso di non buttarmi mai dallo scoglio, intuendo che col passare del tempo potevo prenderci gusto, hanno cercato di darmi una giusta misura e penso che in larga parte ci siano riusciti.
Penso che con me ci abbiano preso, mi abbiano educato (anzi mi stiano educando) bene, sicuramente stanno facendo del loro meglio.
Poi sono sicuro che mia madre guardandomi da bambino aveva già in mente quello che sarei diventato penso che abbia intuito che non c'era bisogno di buttarmi dallo scoglio.
Vorrei raccontarvi in modo specifico di mia mamma che so ci legge.
Mia madre dice sempre che io sono quello che fa quello che vuole tra tutti i suoi tre figli,quello che non è mai in casa, che esce sempre di se, poi cara mamma in realtà è tutto abbastanza relativo, conosco dei figli (di altri genitori si intende) a confronto dei quali io sono un paralitico.
Di mia mamma poi apprezzo molti suoi lati che sono di certo molti di più delle poche pecche del suo carattere. In particolare apprezzo la sua cultura e il suo senso dell'umorismo.
Infatti quando mi scopre che torno a casa troppo tardi e, alzandosi dal divano con gli occhiali sul naso e lo sguardo accigliato (quasi fosse più arrabbiata di interrompere la lettura del libro di turno che del mio ritardo),sorride dopo che le ho detto:" madre mia se mi fai storie ti faccio a pezzettini e ti metto nel freezer".
Bach

12:24 AM  
Blogger Guglielmo il Maresciallo ha sostenuto

Averne di genitori come i tuoi...

Nei limiti del possibile vi danno tutte le possibilità che meriatte e non vi fanno mancare nulla pur in un contesto ricco di valori e modelli.

9:15 AM  

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