giovedì, gennaio 05, 2006

Tec!

Ho conosciuto Tec nell’estate del 69 durante una ricognizione sul delta del Mekong. Si era aggregato alla mia unità, di stanza a Da Nang, per quella che sembrava una missione di routine. Non era inquadrato in nessuna unità ufficiale ma si diceva che, dopo tre anni come istruttore dei Marines, si fosse congedato per entrare nell’Agenzia. Da parte sua sosteneva di essere un turista e, per dare credibilità alla sua copertura, si presentò in sahariana, cappello coloniale e panataloncino corto. Al collo una vistosa Nikon con la quale fotografava le risaie che sorvolavamo. Sbucando da una collina fummo bersagliati da colpi di arma leggera e Tec, togliendosi la camicia e piegando ordinatamente sul sedile, chiese al pilota di tornare indietro. Lo guardammo come si guarda un pazzo ma lui, quando il pilota si convinse, saltò giu dallo Huey con la Nikon al collo e scomparve nella jungla. Restammo in volo sulla zona sino a che non lo vedemmo ricomparire in una radura vicina a dove era scomparso. Era calmissimo e solo il ciuffo, che già all’epoca era smodato, ma erano glia anni di Elvis, mostrava segni di disordine. Disse di aver visto una rarissima petunia tropicale e di averla fotografata per la sua collezione. La realtà è che, come mi confermò il pilota di quello stesso elicottero qualche mese dopo, da quella collina non parti più nessun colpo contro le nostre missioni. Tec, a mani nude, aveva snidato una decina di Viet e li aveva fatti a pezzi utilizzando le loro stesse armi. Tec era già noto perchè, durante la tremenda offensiva del Tet, si era distinto in una missione tanto solitaria quando incredibile. Proprio in quel giorno infatti il nostro aveva organizzato la prima maratona fluviale del Vietnam. Si trattava di risalire il Mekong per circa 25 miglia a nuoto e tornare poi di corsa attraverso campi infestati da mine e nemici. Tec, come ovvio, fu l’unico partecipante e si presentò al via indossando un perizoma nero in uso tra i locali e cosparso completamente del grasso che veniva normalmente utilizzato per i rotori degli Huey. (“Tiene lontano i moscerini!” disse ridendo). Dopo poche miglia sia accorse che qualcosa non quadrava. I Viet avevano scatenato una grossa offensiva su tutto il fronte e lui, maledicendo l’interruzione del suo unico giorno di riposo da mesi, capì che doveva intervenire. Usci dall’acqua e, levandosi il perizoma, si addentrò nella fitto della foresta pluviale. Sul cammino incontrò un villaggio di Montagnards, nemici giurati dei comunisti, e, senza esitare, si mise alla loro guida organizzando una rete di resistenza che contenne i Viet sino a che non fummo pronti alla reazione.
Tec si presentò una settimana dopo al comando di Saigon per fare rapporto. Era ancora nudo e cosparso di grasso da rotore ma nessuno si oppose quando volle fare la sua relazione al ministro della difesa casualmente in visita in quei giorni. Tra i montagnards le vecchie nonne, per far spaventare i nipoti, raccontano ancora oggi la storia del Grande Ciuffo Nero che comparve dal fiume e portò morte e distruzione tra i nemici.
Tec scomparve dopo la caduta di Saigon. Alcuni dissero che al momento di salire sull’ultimo elicottero che lasciò l’ambasciata americana sia tornato indietro dicendo che aveva dimentica la Nikon. La leggenda dice invece che tornò dai suoi montagnards per organizzare la resistenza in clandestinità. Scomparve così per circa 20 anni quando lo incontrai di nuovo...

2 Comments:

Blogger L'Architetto ha sostenuto

Non ho capito: era nudo mentre riportava al ministro della Difesa?

4:41 PM  
Blogger Guglielmo il Maresciallo ha sostenuto

Certo!

E' qui la grandezza di Tec!

5:05 PM  

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