giovedì, gennaio 05, 2006

Tec cube!

L’Università era l’ultimo posto dove pensavo di rivederlo. Tec era lì, il solito ciuffo smodato che ballonzolava nel vento, mentre con la sua vecchia Nikon fotografava le margherite primaverili del chiostro.
“Guglielmo, vecchia troia!” gridò mentre passava il corteo con il Cardinale in visita “che fine hai fatto?”
Mi parlò dei vecchi tempi e mi disse che aveva lasciato i ragazzi di Langley e che aveva deciso di iniziare ad avere una vita normale.
Diventammo amici e seguivamo insieme le lezioni di analisi finanziaria dove, con somma sorpresa del professore impreparato a gestire una simile situazione, tornammo ai tempi del liceo.
Formammo un gruppetto di facinorosi che durante le lezioni si scatenava in commenti e risate. Ovviamente finimmo nell’occhio del ciclone. Durante la prima prova di esame il mio compito scomparve. Il professore accampò scuse variegate ma alla fine il compito non saltò fuori. Solo dopo un paio di settimane il professore mi chiamò nel suo ufficio dicendo che avevo preso 25. Non fu in grado di mostrarmi il compito ma disse che era andato bene. Mentre parlava la mano gli tremava ed aveva un curioso tic all’occhio. A fine semestre dovette lasciare l’insegnamento. Si disse che soffriva di esaurimento. Quando lo portarono via in preda alle convulsioni gridava “NO!NO! Il grande ciuffo nero no!”. Si disse che soffriva di incubi. Alcuni che fosse stato torturato nel suo ufficio da uno sconosciuto.

I rapporti con il tecnologo si deteriorano dopo qualche mese. Fu durante la preparazione di un esame. In vista della preparazione dello scritto di Finanza circolavano alucni testi di esami precedenti. Per celia, a casa con il pc, inventai il testo di un esame e, utilizzando gli stessi caratteri di quelli veri, lo misi in circolazione. Lo sottoposi dunque all’attenzione del Tecologo.
Il testo era bizzarro ma Tec, nell’ansia pre esame, non vi badò.
In sostanza si trattava di un imprenditore bresciano che produceva divani. Dopo una vacanza a Cuba, invaghitosi di una ballerina, si convertiva al marxismo e decideva la collettivizzazione dell’azienda a favore degli operai. A questo punto bisognava calcolare diversi indici e riclassificare il bilancio. Tec ci si mise di punta e diede il meglio al momento di calcolare l’inidce Rom (lo avevo inventato io...). quando scoprì che si trattava di uno scherzo raccolse nella sua borsetta di pelle i suo carteggi e si allontanò limitandosi a dire che non aveva tempo da perdere. Per qualche mese non mi parlò più ed i nostri rapporti si raffreddarono. Non so perchè ma prima della laurea ci riavvicinammo e da allora siamo in contatto. Anche durante il militare, dal gelido ventre della caserma, ogni tanto lo chiamavo per raccontargli le mie vicende a farsi due risate.

Da allora non ci siamo mai persi di vista e nei momenti chiave delle nostre esistenze siamo sempre stati presenti ed abbiamo avuto la parola giusta l’uno per l’altro.


Ogni tanto, quando leggo i suoi scritti sul Conciliabolo, vorrei ordinare un codice rosso ad una squadra di Marines e mandarli così a malmenarlo ma poi quando lo vedo tutto cambia.

Tec è li, con il suo solito sorriso mite ed il suo ciuffo iperbolico(è allo studio una navicella che utilizzi i concetti di portanza che Tec usa per mettersi in piega la zazzera), che argomenta con saggezza i suoi ragionamenti ed ascolta paziente le mie repliche (Tec è uno dei pochi che conosco che sa ascoltare...). Tec è li, con 20 euro in mano, che l'ultimo dell'anno, dopo avergli dato un forfait clamoroso, insiste per pagarmi due cotechini ed un chilo di lenticchie e si placa in un sorriso solo quando dico che accetterò i suoi soldi solo quando avrò calcolato il prezzo al chilo dell’alloro e l’incidenza sul conto totale. Tec è li che il giorno del mio ultimo compleanno mi porta un regalo che desideravo davvero per il mio compleanno (La prima serie di Magnum!).

Tec, insomma, è un amico...


Guglielmo

5 Comments:

Blogger Tecnologo ha sostenuto

non avrei comunque esitato a neutralizzarti qualora in vietnam fossi stato dalla parte dei vietcong.

e comunque non è ancora il momento di fare linguainbocca sotto la doccia, marine.

e queste non sono lacrime, è che un moscerino comunista m'è entrato nell'occhio.

tec

12:44 PM  
Blogger Il connestabile ha sostenuto

la questione del compito finto è diventata epica! come si chiamava l'altro tizio che componeva il trio lescano?

5:09 PM  
Blogger Guglielmo il Maresciallo ha sostenuto

Didi!

Come la racconta Tec?

Non mi ha mai detto nulla!

5:22 PM  
Blogger Il connestabile ha sostenuto

Ah, è tutta un'altra storia, fatta di oscuri complotti, riunioni in gran segreto e coltellate alle spalle.
E poi racconta che, avendo scoperto - con grande anticipo - della trappola, e non volendo far piangere i bambini (dice proprio così!) vi ha dato corda...

5:35 PM  
Blogger Il connestabile ha sostenuto

peraltro è stato Pedro, con l'aiuto di Consuelo, a informarlo della trappola...

5:36 PM  

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