domenica, novembre 06, 2005

La rosa bianca

Ieri sera sono stato a Saronno a vedere:"La Rosa Bianca".
E' un film tedesco che parla di un gruppo di universitari che si oppongono al nazionalsocialismo nel 43. Pagheranno questa loro lotta con la ghigliottina.
vi riporto la recensione fatta da sentieridelcinema.it
"Gli ultimi giorni della vita di Sophie Scholl, appartenente al gruppo di resistenza denominato La rosa bianca.E’ un piccolo gioiello il terzo film del tedesco Marc Rothemund. Innanzitutto per una messinscena misuratissima e antiretorica difficile da ritrovare in molti film sulla resistenza ai fascismi. Essenziale, mai urlato, persino pudico nel mostrare col contagocce simboli e bandiere naziste, il film di Rothemund a tratti pare essere una tragedia filmata più che un film di finzione. Una tragedia filmica, del resto, con molti riferimenti cinematografici alle spalle ('La passione di Giovanna d’Arco' di Dreyer soprattutto) e altrettanti riferimenti alla grande tragedia classica. Perché Sophie è tanto vicina nello spirito e nelle parole, con quel richiamo alla coscienza più che al rispetto delle leggi dello Stato, all’Antigone sofoclea, l’eroina che come Sophie non abbandonò il fratello nel momento della morte. Una compagnia di sangue, una fede di sangue che è veramente il punto di forza del film: Sophie non smette mai di richiamare alla memoria i genitori per tutti i sei giorni di quella che è una vera e propria passione (“Ho ereditato il coraggio da mio padre – dice a un certo punto alla propria compagna di cella). Dopo la confessione dinnanzi all’ufficiale della Gestapo (confessione maturata solo dopo aver scoperto che anche il fratello aveva fatto altrettanto), Sophie ha in mente più i propri genitori che se stessa (“Che farete a loro ? Li metterete in carcere ?”). E ancora, la scena commovente dell’abbraccio tra i due fratelli School e Cristoph, il terzo condannato, prima della morte. Una testimonianza nella carne e nel sangue, un martirio, in grado di smuovere le montagne e di sciogliere i cuori più duri. Così, la figura più complessa e interessante è proprio quella dell’ufficiale della Gestapo, Mohr, che di fronte all’incontro durante l’interrogatorio con Sophie all’inizio si adira, poi vacilla, si lava le mani alla maniera di Pilato e infine, nella sequenza forse più intensa del film, si riscopre uomo e padre, tornando, gratuitamente, a vedere, per un’ultima volta quel volto sempre più inondato dalla Luce."

3 Comments:

Blogger Guglielmo il Maresciallo ha sostenuto

Credo che lo vedrò, magari in Dvd.

La storia della resistenza al Nazismo da parte dei tedeschi è poco narrata. Forse perchè di scarso numero?

E' una domanda che mi pomgo spesso: i tedeschi sapevano dei campi? Sapevano cosa accadeva? Perchè tutti tacevano e le voci di dissenso furono limitate? la repressione fu cosi violenta?

11:36 AM  
Blogger Il Baccelliere ha sostenuto

In realtà non so se sia di scarso numero, anche perchè pensa che questi della rosa bianca stamparono e distribuirono 5000 volantini a monaco e 700 a stoccarda e gli alleati distruibivano dagli aerei gli stessi in tutta la Germania.
quindi..
Nel film uno dei protagonisti viene a sapere dei campi perchè era stato impiegato come medico nel fronte orientale e tornando vede gli enormi "campi lavoro" e non c'è accenno alle gamere a gas.probabilmente erano all'oscuro degli stermini di massa, ricordi la penultima puntata di band of brothers?

7:08 PM  
Blogger Guglielmo il Maresciallo ha sostenuto

Non so. Possibile che nessuno sapesse? Possibile che nessuno impiegato nei campi (soldati e civili) comprendesse i termini della questione? Forse non avevano compreso la mostruosa scientificità della macchina di sterminio ma non credo che vi fossero dubbi sulla fine degli ebrei...

2:48 PM  

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