mercoledì, novembre 02, 2005

KP!

Diversi anni fa un tizio, in vacanza in montagna, vide sprofondare davanti ai suoi occhi un nipote che camminava sulla sottile lastra ghiacciata di un laghetto. Lo zio non si perse d’animo. Fece un fune attorcigliando cinture e vestiti e, sdraiato sul giaccio per distribuire il peso in maniera uniforme, scivolò dal nipote traendolo in salvo.

In un giornale locale, alla domanda “Ma dove ha imparato?” rispose “Leggendo Ken Parker...”.

Io Kp l’ho incontrato quasi 15 anni fa tramite un amico comune. Questo amico, si chiamava Sergio, mi disse “Lo sai che marciando nella neve bisogna evitare di sudare perchè se la temperatura è molto bassa il sudore ti si gela addosso e muori?”. “E tu come lo sai?” gli chiesi “L’ho letto su Ken Parker” . Dopo un paio di volte che citò questo Ken Parker osai: “Ma chi è questo Ken Parker?”

“Un fumetto...”. all’epoca ero piuttosto diffidente nei confronti dei fumetti perchè li ritenevo per adulti poco cresciuti. Invece dal primo numero mi appassionai al punto da cercare nei mercatini la serie completa. Ma cosa mi fece innamorare di Ken?

L’avventura, in primis, che si parava in mille forme sul suo cammino di fuggiasco e vagabondo tormentato, la carica umana del protagonista, animato da un forte senso di giustizia gravato però da tutti i limiti e le debolezze che ognuno porta con se, l’attenzione per il vero e la caratterizzazione di alcuni personaggi indimenticabili che duravano lo spazio di un episodio.

Mentre poi completavo faticosamente la serie (ho scoperto nel frangente che il mio solo avvicinarsi alla bancarelle faceva lievitare il prezzo di almeno il 40%) i due autori, Berardi e Milazzo, stanchi di sottostare a ritmi commerciali del loro editore che limitavano e svilivano la loro opera, si gettarono in un’impresa come editori autonomi. Per diversi mesi sfornarono numeri bellissimi ma subito apparve chiaro che sarebbero durati poco. Problemi di distribuzione, costi elevati causati dal formato e dalla qualità della carta utilizzata incidevano sensibilmente sul prezzo di copertina e sulla puntualità delle uscite. Ma piu’ crescevano i problemi piu’ aumentava l’amore dei lettori e la qualità della produzione. I due autori introdussero novità inaudite per il mondo del fumetto (le piu’ clamorose furono l’invecchiamento del personaggio e la sua maturazione psicologica che seguiva alle dolorose vicende umane che attraversava) fino ad creare nuove forme stilistiche e tecniche.

Alcuni episodi sono indimenticabili per intensità e fattura. I paesaggi tratteggiati, i personaggi, le vicende umane e le atmosfere del vecchio west si stamparono indelebilmente nell’anima dei lettori.

La passione mi spinse fino a Torino al salone del libro per conoscere i due autori. Berardi si intrattenne con me per quasi mezz’ora parlandomi del suo personaggio, delle difficoltà che attraversavano nella loro avventura ma anche della vita.

Come detto ben presto le pubblicazioni si interruppero. I due si divisero ed il nostro eroe, dopo peripezie omeriche, fini’ in galera in Luisiana a scontare la pena per aver ucciso un poliziotto durante una sommossa a Boston. Ma proprio in prigione il nostro ebbe un ultimo colpo di coda.

Inizio’ a scrivere lui stesso le sue storie e Berardi e Milazzo divennero semplici strumenti al servizio della sua fantasia. Da allora, salvo tristi ristampe, di lui nessuna notizia. La mia collezione completa, causa mancanza di spazio, giace in cantina sigillata in attesa spazi adeguati.

Ogni tanto, come oggi, ripenso a quell’amico in prigione con il quale ho vissuto tanti momenti intensi e che mi regalato racconti bellissimi.

E nel caso in cui dovessi risultare disperso oltre circolo polare artico o in Montana nel cuore dell’inverno non preoccupatevi...ho letto Ken Parker.

Guglielmo

8 Comments:

Blogger Il connestabile ha sostenuto

Sono un bonelliano convinto e devo dire che non ho mai capito per quale motivo quella testata sia stata chiusa in quel modo. I lettori di KP sono tutti fanatici di KP, voglio dire: non ci sono tiepidi lettori. E questo deve essere un indice di qualità, forse.

3:56 PM  
Blogger Guglielmo il Maresciallo ha sostenuto

Credo siano sorti contrasti tra i due autori e tra autori e editore.

Oltre ai problemi economici credo però che i due fossero stanchi del personaggio e del loro rapporto e cercassero nuovi stimoli. forse la pressione dei lettori era troppa.

E' stato un peccato ma credo fosse inevitabile.

4:02 PM  
Blogger Il connestabile ha sostenuto

da poco è uscito un fumetto (Brad Barron) ideato per durare 18 mesi: la storia si conclude. forse non è sbagliata come idea, soprattutto per non "scaricare" il personaggio delle sue energie.

4:09 PM  
Blogger Guglielmo il Maresciallo ha sostenuto

In effetti ho sempre pensato che la debolezza dei fumetti fosse la mancanza di una fine precisa. Il rischio è quello, come dici, di esaurire la forza del personaggio. Un po come le serie di telefilm che alla fine scadono nel drammatico per tenere viva l'attenzione...

4:19 PM  
Blogger Il Baccelliere ha sostenuto

in ogni caso caro gughi, quando leggo questi tuoi scritti mi viene voglia di abbracciare la tua stessa passione..che sia j.fante, stevenson o ken parker..anyway ora girerò per mesi nei libracci alla ricerca del numero 1...

8:05 PM  
Blogger Guglielmo il Maresciallo ha sostenuto

Roba preziosa...ho un numero uno originale del 1974 (mi pare...)malconcio. Pero' il valore affettivo è alto. La Panini sta facendo uscire le ristampe di tutta la serie con i commenti di Berardi. E' una bella occasione per averli tutti senza fisse da collezionisti. Io di originali ne ho ben pochi. Purtroppo la mi collezione è sigillata e sepolta nel cuore della cantina della Susy se non ti presterei i preziosi volumi. Il numero uno della Panini ce l'ho e se vuoi te lo do volentieri.

10:37 AM  
Blogger Il Baccelliere ha sostenuto

a che costo sono riediti da panini?facilmente reperibili in edicola?

8:15 PM  
Blogger Guglielmo il Maresciallo ha sostenuto

4,5 euro e contengono due episodi!

10:30 AM  

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