lunedì, luglio 04, 2005

San Pietroburgo

Inizia a frequentare Leningrado con una certa assiduità. Strinsi qualche accordo commerciale che giustificasse la mia presenza nella città e quindi l’amicizia sempre piu’ intensa con il Colonnello.

Durante una delle mie visite nella ex capitale mi imbattei in una libreria nei pressi della Prospettiva Nevskij. Un vecchio libraio stava come una poiana dietro il bancone finemente cesellato. Spulciai i libri di scarsa qualità posati su pesanti tavolacci che poco avevano a che fare con gli stucchi che ornavano le pareti ed i lampadari a goccia. Entrò furtivo un cliente. Io mi trovavo dietro uno scaffale e non potevo essere visto da chi entrava. La poiana parve risvegliarsi. Lanciò all’avventore uno sguardo allarmato e complice. Quello capì l’aria e diede un’occhiata distratta ai libri in vendita. Ne comprò uno, il piu’ sottile e meno costoso, ed usci’. Quel libretto sarebbe finito nella Neva o nel camino. Era chiaro che il vecchietto metteva in mostra i libri autorizzati dal regime e teneva quello piu’ compromettenti e rari da qualche altra parte.

Divenne una sfida. Ogni volta che passavo per Leningrado mi recavo presso la libreria Dom Knighi cercando di farmi amico il vecchietto. Scoprii che aveva una passione per il vino italiano e cominciai a rifornirlo con quelle che per lui erano vere rarità.

Ben prestò mi lascio capire che in una stanza sotto il negozio teneva i libri piu’ belli. In Russia , a quei tempi, ognuno sembrava serbare un segreto. Un piccolo mondo che sfuggiva ai controlli della polizia segreta e dove era disposto a far entrare le persone fidate. Era una sfida per me scoprire quale fosse il mondo di chiunque incontrassi. Una sera che passai a trovarlo mi disse che il giorno dopo avrebbe aperto il suo piccolo mondo e,m se avessi voluto, mi avrebbe mostrato i suoi tesori.

Il giorno seguente, all’orario fissato, mi recai alla libreria. Nikolay, cosi si chiamava, mi fece cenno di aggirare il bancone. Con gli occhi fissi sulla vetrina mi mise la mano sulla testa e mi fece abbassare fino a scivolare in una botola su cui fino a poco prima poggiava lo sgabello.
Entrai in una stanza illuminata malamente da poche candele. Su tavoli ben diversi da quelli del piano superiore giacevano libri in francese e russo di pregevole fattura. Come uno spettro si aggirava tra i tavoli una donna. Quando mi vide trasalì ma subito tornò a spulciare tra i libri. Era chiaro che Nikolay, per ridurre i rischi, apriva il suo sotterraneo in giorni prefissati a piu’ clienti.

Ad un certo punto il mio sguardo cadde su un edizione del 1854 delle “Notti bianche” in francese.
Mentre mi rigiravo quella preziosa copia tra le mani la donna parve agitarsi. Sul suo volto candido danzò la luce di una candela e l’espressione era di profonda angoscia. Iniziò a parlarmi in russo fissando il libro. Compresi che era un libro molto raro e per lei prezioso. Era infatti un’insegnante di francese ed amava molto Dostoevskij. Indugia un pò. Anch’io, le dissi, amavo Dostoevski e quel libro era ambientato a Leningrado, una città che mi piaceva molto.

Il suo nome era Sonja Nasten’ka e da quell’istante non mi sarebbe più piaciuta Leningrado, avrei semplicemente amato San Pietroburgo....

1 Comments:

Blogger Guglielmo il Maresciallo ha sostenuto

Ben gentile...

6:58 PM  

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