martedì, luglio 05, 2005

Fine...o quasi

Tornai a Leningrado ma prima, lungo la strada, feci una puntata dal mio amico sul confine polacco e da Dom Knighi. Andai a casa di Sonja e la trovai come se nulla fosse accaduto.

"So tutto!" Le dissi con la disperazione dell'amore.

"Tutto cosa amore?" disse con il tono piu' tranquillo possibile ma con uno sguardo terrorizzato.

Scuoteva la testa come supplicandomi di tacere.

Mi abbracciò sussurrandomi all'orecchio "Stai zitto! Ti ammazzeranno o ti metteranno in galera!"

"Basta Sonja! Io devo sapere! Mi ami? O è tutta una finzione?" dissi come un bambino capriccioso.

Lei mi strinse ancora di piu' e sussurrò: "scappa! Posso darti un ora al massimo. Ti avranno dato un luogo sicuro ed una via di fuga. Usali!"

"No! Vieni via con me!"

"Non posso Gughi...non posso"
“Non vuoi o non puoi?”
Scoppio’ in lacrime.
"Provami che anche questo non è un trucco. Provami che almeno quello che c'è tra di noi non fa parte del gioco..."
"L'unico modo che ho è di farti fuggire...posso darti solo un'ora"
“Ci rivedremo!”le dissi baciandola.

Tese le mani verso di me tra le lacrime di me mentre correndo verso la porta rovesciai un tavolino.

Saltai a bordo della Aston e mi diressi verso Tallin.
I ragazzi della Virginia mi aveva dato una via di fuga. Sperai che fosse sempre attiva.

Prima del confine tra Estonia e Russia abbandonai a malincuore la macchina.
Mi recai in una fattoria nei pressi del confine e, dietro il pagamento di parecchi rubli, un vecchietto mi fece passare la frontiera. Superato il confine con la Russia mi porto in un’altra fattoria dove, dietro il pagamento degli ultimi rubli rimastimi, fui accompagnato sulla costa.

John mi aveva spiegato che ogni sera un sottomarino emergeva nei pressi di una spiaggia di Tallinn e, se avessi visto un particolare segnale fatto con una torcia, avrebbe mandato una lancia.

Cosi avvenne. Immaginerete il mi terrore quando vidi che la bandiera zuppa issata sulla prua del sommergibile era la Union Jack.

Gli amici di Langley mi avevano salvato ma mi avevano consegnato agli inglesi.
Fui subito messo agli arresti e portato in Inghilterra.
Ovviamente dopo qualche ora di prigionia i mie salvatori mi comunicarono che sarei stato giudicato per l’omicidio del capitano inglese durante la guerra.

Si prospettava un lungo soggiorno nelle galere di Sua Maestà, decisi dunque di giocarmi le mie carte.

Feci chiamare John dicendo che se non si fosse presentato le fonti in Russia sarebbero state scoperte. Si presento’ la mattina dopo con gli abiti stozzonati e due vistose occhiaie.

“Sono venuto per vedere il tuo bluff...e per farmi ringraziare da te.”
“Ringraziarti? Cosa cambia tra una galera britannica ed una sovietica?”
“Augurati di non conoscere mai la differenza...” rispose.
“Allora? Mi hai fatto attraversare l’atlantico per cosa?”
Cercai di vincere la disperazione e feci appello a tutte le mie forze.
“Per darti l’opportunità di salvare la tua fonte in Russia...”
“Non hai niente da vendere Gughi...i Russi sanno tutto.”
“Sanno dei francobolli usati? Sanno che qualcuno miniaturizza informazioni riservate sopra?”
“Sei furbo Gughi...”
“Ho solo usato un pò di intuito... ed un microscopio potente...”
“Comunque non hai modo di comunicare a nessuno questa cosa. Potresti decidere di impiccarti oggi in cella per la disperazione...” disse sinceramente dispiaciuto.

Guardai l’orologio. Solo per dare un po di teatralità, perchè si era rotto mentre salivo a bordo del sommergibile.
“Se entro tre ore non mi faccio vivo un paio di avvocati di Milano manderanno una lettera all’ambasciata russa nel quale racconto un po di cose...”
“Cose che già sanno...e che gli impediranno di rintracciare la fonte visto che il ragazzetto in Polonia è già scomparso...” disse sorridendo John
“beh...ma ho indicato anche un particolare libro, nel sotterraneo della libreria Dom Knighi, dove ho messo un paio di francobolli che gli amici di Mosca troveranno interessanti...”
John sbiancò...volevo stravincere.
“Ho anche contattato un ragazzo di un bar che serve il caffè ogni giorno al consolato di Milano. Ho dato una lettera anche a lui nel caso non mi sentisse nelle prossime ore.”
John scoppiò a ridere”Questa è una cazzata...”
Risi anch’io.
Avevo messo nei guai la poiana ma era l’unica via di fuga. Il libro nel quale avevo messo i francobolli era il “Mein Kampf” in tedesco del ’39.

Solo un folle avrebbe comprato quel libro e sarebbe uscito sulla prospettiva a cuor leggero.

Uscii da Thames House e mi misi a passeggiare verso il Parlamento pensando ad un altro fiume...

4 Comments:

Blogger Guglielmo il Maresciallo ha sostenuto

Non è ancora finito...

9:12 PM  
Blogger Guglielmo il Maresciallo ha sostenuto

La Poiana si salva. fa la sua vita e nessuno va a disturbarlo...


Dai non fare cosi Cute...

Vuoi che lo faccia diventare ricco?
O si scopre che è un pezzo grosso del Kgb con dacia sul fiume?

9:31 PM  
Blogger Guglielmo il Maresciallo ha sostenuto

Se vuoi ci lavoro...

Potremmo farli tonare in Maxi Yacht da San Pietroburgo e per celia vincono un Round della Coppa America!

Skipper, ovvio, la poiana!

9:50 PM  
Blogger Guglielmo il Maresciallo ha sostenuto

Se ami il mare, in vacanza, leggi

"Il cerchi celtico" di Larsson

o
"La vera storia di Long John Silver"

9:58 PM  

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