mercoledì, maggio 25, 2005

Solitudine

La scrittura è solitudine. Di fronte al cursore che lampeggia si è soli con la propria anima. I nostri sogni, le nostre speranze, le nostre paure e delusioni si accalcano per uscire e trovare uno spazio su quel foglio bianco. Si agitano cercando di ritagliarsi uno spazio nei personaggi che pian piano si delineano prendendo il meglio ed il peggio di noi. Quei personaggi sono quello che avremmo voluto essere e che non saremo mai. Quello che abbiamo paura di diventare o essere diventati.

Ciò che alla fine rimane alla fine sul foglio spesso ci delude. Ci esaspera. Non siamo in grado di capire se ciò che abbiamo scritto sia degno di restare o meno. A volte ci appare banale o semplicemente brutto ed allora cancelliamo. A volte salviamo per poi rimettere mano.

Credo che capiti a chiunque scriva e mi chiedo quanti grandissimi scrittori abbiano cestinato frasi bellissime o interi capolavori. Quanti uomini capaci di evocare con poche sapienti parole la frescura dell’ombra nel cuore di un accecante deserto hanno cancellato per sempre i loro scritti?

Il Maresciallo
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