mercoledì, maggio 04, 2005

Iperspazio

Iper…appena aperto. Non ci vado quasi mai. Sono un abitudinario. Anche se so con certezza che il mio super è più caro. Ma il tizio del banco del pesce sa che deve spellare la sogliola. E sa (Come non lo so…a meno che non glielo abbia detto il piccoletto. Ma con me, Ricky, non ne ha mai fatto parola.) che mio figlio preferisce quella del nord atlantico a quella dell’atlantico centrale. La solita cassiera mi chiede come sta Riccardo e mi tiene da parte i regali che durante la settimana fanno ai bambini. C’è un tizio che sistema la frutta e la verdura sui banchi che, ogni tanto, lancia urla, frasi sconnesse e suoni gutturali (forse lo fareste anche voi se passaste la giornata ad impilare zucchine, a rivolgere il lato con l’etichetta delle mele verso i cliente e ad accatastare i fagiolini ordinatamente) ed io, quando non mi vede ma mi sente, lancio le stesse urla, fischio come un capraio ed emetto gli stessi suoni. Non lo faccio per prenderlo in giro. Solo voglio che sappia che anche fuori di li si può dare fuori di matto. Se al posto di fagiolini metti cellulari, carte i credito, immondizia, case, azioni o altro la routine è la stessa.. Ed allora lui alza lo sguardo come fanno i cani quando fischi. Annusa l’aria e, piu’ sereno, si rimette ad accatastare ortofrutta. Non tradisco dunque mai…quasi mai.

Venerdi sera ho ceduto alla tentazione. Sono andato, con i soliti effetti disastrosi, nel nuovo iper (normalmente il giorno dopo vado nel mio solito super per comprare “due cosine” e spendo la solita cifra settimanale con il risultato di spendere, in totale, quasi il doppio…). Giunto alla cassa con il carrello quasi pieno ho assistito ad una scena emblematica. In coda, in una cassa di fianco alla mia, c’era una piccola famiglia di balcanici. Genitori e figlia non erano ben in arnese ed era chiaro come fosse da poco che si erano stabiliti in Italia. Parlottavano sereni nella loro lingua in attesa del loro turno. Nel carrello tre scatole di piatti in porcellana in superofferta. Era evidente che quella sortita serale aveva come unico scopo quello di portarsi a casa il prestigioso servizio di porcellana (non c’è ironia nelle mie parole…alzi la mano chi non ha in casa un servizio di piatti da battaglia preso con i punti del super…). Giunto il loro turno è accaduto l’impensabile: la cassiera, stravolta da una giornata di sconti, ha chiesto ai tre la tessera che attestava la loro partecipazione alla grande famiglia dei beneficiari della somma munificenza del colosso della distribuzione. Se in quel momento dal tetto si fossero calati una decina di membri del Gico della Guardia di Finanza in tenuta antisommossa intimando la consegna dei permessi di soggiorno ed si fosse scoperto il reato di immigrazione clandestina, i tre avrebbero avuto una faccia meno imbarazzata. In quell’istante ho compreso che la tesserina, elargita ha chiunque sappia apporre una X sotto un moduletto, era per loro il lasciapassare verso la Terra Promessa. Li ho guardati con tenerezza finchè un tizio in coda dietro di loro non ha passato la sua tesserina alla cassiera con un gesto che ricordava da vicino la magnanimità ed il pathos con cui l’equipaggio del Carpazia lancio’ i salvagenti verso gli sventurati passeggeri del Titanic la notte del 15 aprile 1912.

Osservando poi il mio carrello, quello dei mie compagni di ventura, le facce stravolte dei clienti(in uno specchio avrei visto anche la mia…) che dopo una giornata lavorativa, alle 21 circa, si accalcavano in cerca di un risparmio che nella migliore delle ipotesi sarebbe stato investito in un gratta e vinci il giorno successivo e il clima di gioia nel quale ci si accapigliava per scarpe di terz’ordine ho compreso che quei tre erano gli unici ad aver una giustificazione per esser li:gli serviva il servizio di piatti. In quel momento come in un flash back ho rivisto l’ultima mezz’ora. Pacchi di pasta squarciati e cannelloni che colavano sugli scaffali come dopo un assalto, una coppia che studiava uno scaffale di prodotti tutti uguali con la stessa attenzione che Leonardo dedicò probabilmente alla Gioconda, confezioni maxi di cereali e biscotti che avrebbero fatto gola ad un battaglione napoleonico, marito e moglie che litigavano sulla bevanda gasata da comprare, tonnellate di alimentari da saziare villaggi di affamati, un padre che rifilava un calcio al figlio che piangeva (forse voleva solo mangiare ed andate a letto…), gente che trattava cassiere e addetti ai banconi come schiavi nell’Antico Egitto ed altre scene agghiaccianti (come in un sogno, a casa, mi sono reso conto di aver visto una donna anziana su una carrozzella con le mani ingombre di mercanzie che si trascinava con i piedi). Ed in quel preciso istante ho capito che siamo pronti per una nuova glaciazione…

7 Comments:

Blogger Il connestabile ha sostenuto

questo post è così lungo che invecchio al solo pensare di leggerlo...

11:49 AM  
Blogger Il connestabile ha sostenuto

ho letto e ho scoperto che tu, caro gugy, sei il re della subordinata, dell'inciso, della parentesi, dell'elencazione, dell'iperbole.
ma le lezioni di calvino non ti sono servite a nulla?

11:54 AM  
Blogger Guglielmo il Maresciallo ha sostenuto

Se avessi appreso le lezioni americane non starei a perder tempo con te...

1:29 PM  
Blogger Il connestabile ha sostenuto

si vede...

1:56 PM  
Blogger Il connestabile ha sostenuto

andrea hai colto nel segno, cerca solo di non attirare la mia attenziaone, altrimenti...

8:40 AM  
Blogger Guglielmo il Maresciallo ha sostenuto

Cosa fai? Citi Sant'Agostino?

9:00 AM  
Blogger Il connestabile ha sostenuto

ghughi sai che non sono un pacifista come te... quindi fate attenzione, io un bell'insulto non lo risparmo a nessuno.

3:47 PM  

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