venerdì, maggio 13, 2005

Banalità

Il piccoletto al mattino non vuole proprio saperne. Vuole solo la mamma. Leggere il suo libretto preferito, mimare la cannonata della nave di Capitan Uncino o il volo lieve di campanellino non serve a nulla. A cenni e parole mi allontana. Il massimo che mi concede è un bacio sulla guancia e la consegna rituale delle chiavi della macchina e del box. Gli porto i mazzi e lui, con una certa solennità, me li rimette tra le mani. E’ come se mi desse gli strumenti per affrontare la giornata. Mi da un 5 e scivolo via. Prima, però, riassume il pomeriggio che ci attende “Se bello tempo papà area verde, Ciuff Ciuff, Palla”. Un bacio a mia moglie ed esco. Il sole inonda i tetti più alti. Si ritira per un istante sorpreso da una nuvola ma torna subito a scintillare nei lunghi comignoli in acciaio. Il traffico al mattino presto è ridottissimo. La Kia bordeaux con i miei vicini di box a bordo è leggermente in anticipo. Mi passa di fianco mentre attraverso la strada. La moglie dell’ex postino della zona la incrocio al secondo attraversamento. Caracolla verso la chiesa. “Il bambino?” Rispondo e sorrido. Avvio il motore ed i 110 cavalli della mia Corolla nitriscono impazienti di scaricarsi al suolo. Faith Hill, al mio fianco, canta struggente di una sua qualche delusione d’amore. Mi prega di consolarla. Si fa insistente. Non le do retta e la minaccio di riesumare Freddy Mercury dal cassetto portaoggetti. Si calma e lascia il posto alle Dixie Chicks che mi cantano Traveling Soldier. Il grande meccanismo dell’esodo lavorativo è scattato. Stesse facce, stesse auto quasi alla stessa ora. Verrebbe voglia di superare la timidezza e farsi un sorriso. Trovare il coraggio di dire : “Dai sorridi che è venerdi” L’Audi TT che qualche settimane fa ha tamponato una Astra Sw è stata rimessa a nuovo ma il tizio che la guida ha la stessa faccia da pirla di qualche settimana fa. I militari trasandati si avvicinano in mimetica verso la caserma (ma non è vietato girare in mimetica fuori dalla caserma?) con passo lento. Grossi edifici di vetro e cemento rosa inghiottono impiegati che paiono sonnambuli.

Potrei scrivere così a lungo. Volevo solo dire che se uno al mattino osserva, fa sempre le stesse cose e quelli che lo circondano pure. Sembra, anche una città vasta come la nostra, un microcosmo dove ognuno ricopre sempre lo stesso ruolo. E se proiettiamo la questione nel futuro è non poco agghiacciante.

Banale direte voi. Certo. Ma è bene ricordarselo ogni tanto.


Guglielmo lo sperimentatore

1 Comments:

Blogger Il connestabile ha sostenuto

hai ragione, ma sarebbe peggio s ela banalità quotidiana consistesse nell'andare in cerca di cibo perchè hai la dispensa vuota.
Conn, il palese.

3:03 PM  

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