venerdì, aprile 22, 2005

La reconquista

Io mi domando allora quale sia il limite: il concetto di limite, di confine, di bordo. Di legge.
Di questi tempi il limite non gode di molta salute, sia nella scienza (fabbrichiamo le persone!) sia nella morale. È il segno dei tempi, si dirà. È per non discriminare. È per la tolleranza. Tutte cose condivisibili, e perfino il maresciallo sembra condividere l’idea del matrimonio gay. L’istituto civilistico del matrimonio (non quello religioso, che ha ben altri problemi) subisce attacchi senza pietà, senza requie. Anni fa si diceva che le coppie omosessuali avessero necessità di una tutela giuridico legale (pensione di reversibilità, etc), ma ora pare che il problema sia diverso: c’è un’ansia nel doversi mostrare e affermare. Vogliono essere come tutte le altre coppie, quando in realtà non lo sono e questo è un dato di fatto. Non lo sono. Non sono “normali”. Immagino l’alzata di scudi. Che cosa è la normalità? Semplice. Un uomo e una donna. Questa è la normalità. Due uomini o due donne non sono uno sposo e una sposa, sono quello che volete, ma non sono un matrimonio. Non sono un papà e una mamma, e non lo saranno mai a dispetto della legge e del relativismo.Il bello è che il limite verrà sospinto ancora più in là: un uomo e un cane, una donna e un bambino, una vecchia e un gatto etc. Che vergogna. L’omosessualità è così normale che, per assurdo, se lo fossimo tutti, l’umanità scomparirebbe nel giro di 100 anni. A meno della fecondazione eterologa. Ecco il disegno, ecco il segno dei tempi. Non c’è limite dicevo: tutto quello che l’uomo può, vuole. Ma in molti casi le conseguenze sono disastrose.
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